Amplificatori, impianti audio-video, docking station e piccoli diffusori: i prodotti che possono fare la differenza e le istruzioni per non stonare col pubblico e con i diritti musicali
Tra qualche anno installare l'impianto audio video perfetto sarà una passeggiata. I problemi relativi ai cavi saranno solo un lontano ricordo, visto che ogni segnale viaggerà wireless, mentre l'alimentazione ai diffusori, quelli che i non audiofili chiamano semplicemente casse, sarà assicurata da pile ricaricabili della durata di qualche settimana o addirittura mesi. Tale semplicità è ancora un miraggio.
L'audio, anche per motivi strettamente commerciali, non ha vissuto il cambio di passo del video, settore in cui l'evoluzione da tubo catodico a flat screen HD e infine a 3D è stata davvero una rivoluzione. Ma le tecnologie, lentamente, continuano a migliorare.
Le variabili fondamentali da considerare acquistando un impianto audio non sono molte. Bisogna tenere presenti le dimensioni del locale, la pressione acustica richiesta (un locale serale e festaiolo ha bisogno di più volume rispetto a un bar diurno) e i materiali in cui è costruito il locale (il legno “suona” bene, il vetro poco e male).
E poi dotarsi di tecnologia che non sia troppo complicata nelle regolazioni. Quando l'impianto viene gestito da personale che di solito si occupa d'altro, diventa essenziale la facilità d'uso. «Da anni - spiega Alberto Staderini, responsabile commerciale prodotti consumer di Bose - abbiamo scelto di non usare la quantità di watt per descrivere i nostri impianti». Per esempio è inutile un impianto di grande potenza se si vuole proporre musica di sottofondo. Per i locali più piccoli può bastare un impianto stereo evoluto. Quelli di nuova generazione permettono di utilizzare iPod e chiavette Usb per non perdere tempo a cambiare cd. Alcuni sono dotati di Dab, tecnologia che permette di ascoltare web radio di tutto il mondo, sempre che nel locale sia disponibile una connessione Internet wireless.
Prima di puntare decisi verso i prodotti professionali installati da aziende specializzate, si può ascoltare con le proprie orecchie qualche modello disponibile presso la grande distribuzione. La quantità e la qualità di suono spesso è più che sufficiente per riempire di musica un locale di medie dimensioni. L'importante è non lesinare sul numero di diffusori: più sono e meglio trasportano la musica negli angoli del locale.
Anche a basso volume. Le casse possono farsi notare per il loro bel design, ma ciò che conta è che suonino bene, sia quando il locale è pieno sia quando non lo è. «Molti non sanno infatti che il corpo umano è un forte assorbente acustico - spiega Riccardo Cipriani, product specialist di Montarbo -. Nei bar e nei ristoranti non bisogna mai esagerare col volume. La musica di sottofondo non deve infastidire. Perché questo avvenga è indispensabile utilizzare componenti di grande qualità, apparecchi che permettano di raggiungere la giusta pressione sonora (Spl) senza distorsioni e senza “colorazioni” perché sono proprio queste ultime a stancare l'orecchio». Una volta scelto l'impianto giusto, è necessario capire che tipo di musica proporre alla propria clientela. Supermercati e banche sempre più di frequente si rivolgono a music provider, società specializzate nel creare colonne sonore su misura. Ma per un bar la scelta più naturale è optare su un ambiente musicale in grado di variare nel corso della giornata.
Infine, a meno che la scelta non ricada sulla musica “royalty free”, ovvero realizzata apposta per essere diffusa senza pagare diritti (per es. Soundreef) si devono pagare Siae ed Scf.
Quest'ultima tutela i produttori e gli interpreti dei dischi e per un locale di 100-200 metri quadrati costa dai 32 ai 108 euro, a seconda dei diversi utilizzi (radio, tv, cd oppure radio e tv dedicate, dette “in store”).
Chi aderisce a Fipe o Fiepet ha diritto a sconti importanti. I costi Siae, invece, sono variabili. Per esempio, tra gli elementi che incidono, c'è il numero di diffusori acustici. Per un lettore cd o dvd player e una coppia di diffusori si spendono circa 150 euro l'anno.