In Italia la raccolta differenziata riguarda 8 milioni di tonnellate di spazzatura. Occorre ridurre gli sprechi
Una volta bastava gettare tutto in un sacco nero e il problema rifiuti era risolto. Oggi non è più così. La maggior parte dei comuni italiani (tranne qualche deprecabile eccezione) pratica la raccolta differenziata, che obbliga a separare le varie frazioni dei nostri scarti quotidiani. Le discipline cambiano di città in città, ma in linea di massima le frazioni riguardano il rifiuto umido (scarti organici), il vetro, l'alluminio, carta e cartone puliti (cioè non unti o sporchi di alimenti) e il rifiuto secco, tutto quanto non rientra nelle categorie precedenti.
La raccolta differenziata in Italia
In Italia nel 2006 sono state recuperate 8 milioni di tonnellate di rifiuti, il 66% di tutti quelli prodotti, secondo le stime del Conai. Il Conai, Consorzio nazionale imballaggi, è l'organismo che coordina la raccolta differenziata in Italia: raggruppa sei diversi consorzi, ciascuno specializzato in uno specifico materiale. Si tratta del Cial (alluminio), del Consorzio nazionale acciaio, del Comieco (carta e cartone), di Rilegno (scarti legnosi), del Corepla (materie plastiche) e del Coreve (vetro). Ma che fine fanno i rifiuti raccolti con la differenziata? Il loro destino cambia in base al materiale, ma grosso modo si basa sullo stesso processo. Gli scarti vengono portati a centri di raccolta autorizzati, distribuiti su tutto il territorio nazionale, dove sono trattati e selezionati. Dopodiché, la “materia prima” viene avviata ad aziende private di trasformazione, che la utilizzano per dar vita a nuovi prodotti ecologici.
Una catena importante anche per i locali
Riciclare i rifiuti non è soltanto una buona azione. È una prassi indispensabile per evitare che quanto buttiamo via finisca per sommergerci. Il primo passo sarebbe ridurre al minimo gli scarti, selezionando per esempio prodotti che utilizzano imballaggi “light”, ridotti al minimo. Molte aziende alimentari stanno imboccando questa strada. Anche i comuni stanno studiando soluzioni per agevolare i locali pubblici. A Milano, per esempio, l'Amsa ha avviato un programma di raccolta domiciliare degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, quelli usati per le fritture per intenderci. Chi aderisce viene esentato dal tenere il registro di carico e scarico per questo tipo di rifiuti. Sempre a Milano, nel 2006, è stato distribuito gratuitamente Cenerino, un portacenere ecologico per i locali pubblici, da tenere in strada. In molte città, come ha fatto per esempio l'Ama (Azienda Municipale Ambiente di Roma), per i commercianti sono stati predisposti servizi di raccolta porta a porta, specialmente per quanto riguarda i cartoni. I rifiuti di questo tipo vanno lasciati fuori dal locale, ben piegati, dopo la chiusura.