A Prato un progetto fa della ristorazione lo strumento di emancipazione per giovani con alle spalle storie difficili
Prende il via a Prato un progetto che fa della ristorazione lo strumento di riscatto per i giovani con alle spalle storie di disagio sociale e familiare. Si chiama Opera 22 ed è un ristorante vero e proprio (64 coperti suddivisi su due sale), promosso dalla Fondazione Opera Santa Rita (di cui il locale è la ventiduesima opera intrapresa, da cui il nome), creato con il contributo economico della provincia di Prato. La particolarità di Opera 22 è che qui lavorano minori normodotati accanto a ragazzi autistici, tutti ospiti delle case-famiglia della Fondazione. Giovani che con questa iniziativa avranno la possibilità di imparare una professione e inserirsi nella società. «Il ristorante - spiega Roberto Macrì, presidente della Fondazione - si pone due finalità: essere luogo di formazione professionale per i nostri ragazzi e allo stesso tempo essere un locale qualificato». Il ristorante didattico sarà coordinato dal maître Simone Bartolozzi e dalla chef Diana Marcantuono, entrambi educatori nella Fondazione. La proposta gastronomica è articolata a cadenza stagionale e incentrata sulla pasta fresca fatta in casa e la carne, mentre la cantina conta circa 1.500 bottiglie, alcune delle quali proposte anche al calice. I due docenti seguiranno gruppi costituiti di volta in volta da una decina di minori, che nei sei mesi della formazione si alterneranno nel lavoro di sala e di cucina. Oltre al normale servizio ristorante, due sere la settimana saranno dedicate alla formula wine bar, con degustazioni guidate di affettati, salumi e formaggi.