Per la seconda volta consecutiva rappresenterà il suo Paese alla Bacardi Legacy. E già questo è un primato. A questo si aggiunga che ha solo ventidue anni ed è una “lei”. Stiamo parlando di Lisa Molyavka, nata e cresciuta a Minsk, in Bielorussia. L’abbiamo vista in pista l’anno scorso alla finale di Sydney e ci aveva impressionato per la sua padronanza e sicurezza, unita a una sana iniezione di autoironia. La ritroviamo, più presente del prezzemolo, sui social. La sua storia avrebbe incuriosito anche i più duri di cuore.
Ma chi te l’ha fatto fare? Appena ho avuto 18 anni e l’età per bere ho cominciato ad appassionarmi di bartending. Scherzo. La cosa vera è che ho iniziato, mentre studiavo all’Università, a fare la cameriera in un bar di Minsk chiamato “Maraschino”. E quella è stata la svolta. Ho avuto la fortuna di diventare parte del team di veri professionisti che hanno acceso il mio interesse. Era la prima volta che s’imbattevano in una cameriera con tanta fame di sapere. E il destino è stato deciso. Dopo qualche mese mi hanno preso come bartender al più famoso cocktail bar "Stravinski". Lì sono diventata la prima (e l'ultima) ragazza della squadra.
L’Europa dell’Est sta crescendo vertiginosamente negli ultimi anni. Non fa eccezione la Bielorussia. Qual è la situazione nei bar nel tuo Paese? Il progresso nel settore bar è allucinante. Devo dire che sono orgogliosa dei cambiamenti che stiamo facendo. La nostra cultura del bar è davvero molto giovane, ma i ragazzi sono pieni di entusiasmo ed energia. Lavoriamo e studiamo allo scopo di far crescere tra la gente l'interesse per il mondo-cocktail.
Hai viaggiato in lungo e in largo. Torni da una “ospitata” al Lost + Found di Cipro in cui era presente anche Livio Morena, uno dei tre finalisti italiani (insieme a Gianfranco Cacciola e Roberto Rossi), della Bacardì Legacy. Cosa hai portato da quella esperienza? Ho provato tantissimi ingredienti interessanti durante il viaggio a Cipro, ma nella valigia ho messo i sudzukos, dolci a base di mandorla e uva. Li userò in questi mesi freddi per accompagnare i drink.
La parte più interessante della tua prima esperienza alla finale mondiale della Bacardì Legacy? Ho scoperto gli enormi stimoli che una gara del genere può darti. Sono stata finalista per la mia nazione nel 2015, ho visitato Sydney e sto per partecipare ancora alla competizione. Grazie a questa esperienza ho avuto modo di scoprire il mio progetto di vita e di incontrare sul percorso un gruppo di professionisti che, in un certo, senso costituiscono la mia nuova famiglia. Qual è la parte che ami di più del tuo lavoro? Osservare l’espressione dell’ospite mentre assaggia i miei drink. Al di là di quello che esprime a voce cerco di capire la sua reazione.
La cosa migliore e quella peggiore di “Anything Else”, il tuo drink di quest’anno. Ogni volta che provi Anything Else, qualcos’altro, cercherai Anything Else, qualcos’altro.