C’era una volta il bar come “il” posto dove si andava a prendere il caffè. Oggi il bar tradizionale resta ancora il riferimento
principe per bere espressi, cappuccini &co, ma si evidenziano alcuni segnali di cambiamento nelle abitudini dei consumatori: le indicazioni arrivano da “Universo Caffè 2015”, report sui consumi di caffè fuori casa realizzato da The Npd Group Italia sulla base dei dati dell’Osservatorio Crest sull’anno appena concluso.
Vince la qualità
«Quasi 9 bevande a base caffè su 10 vengono ordinate nei bar classici - afferma Matteo Figura, responsabile foodservice di The Npd Group Italia -, ma a livello assoluto i consumi sono in calo. Al contrario, crescono le ordinazioni in segmenti come la pasticceria/panetteria e la gelateria: sono tipologie di locali dove negli ultimi anni il tasso di innovazione è stato decisamente superiore rispetto al mondo dei bar tradizionali. Più in generale, i consumi di caffè crescono soprattutto nei locali che hanno saputo costruire attorno al caffè un’esperienza di consumo più ampia: da un ambiente accogliente dove magari si può anche collegarsi al wi-fi e lavorare, a una proposta di food di
qualità. Ma anche la qualità dello stesso caffè comincia a fare seriamente la differenza tra un locale e l’altro».
Il mondo del quick service (il cosiddetto servizio veloce, cioè il bar) continua a essere il luogo per eccellenza dove consumare caffè: il 92,5% delle bevande a base caffè consumate fuori casa si ordinano qui.
Cappuccini in crescita
Uno dei segnali più interessanti rilevati da The Npd Group nel 2015 è lo spostamento di parte dei consumi dal caffè al cappuccino: «Complessivamente - afferma Figura - le visite con un’ordinazione di una bevanda a base caffè sono leggermente diminuite: la loro incidenza è scesa dal 44,6% del 2014 al 44,3% del 2015. Ciò significa che per ogni 100 clienti che entrano in un bar, 44 ordinano una bevanda al caffè».
Quello che è cambiato è il tipo di bevanda ordinata: sono diminuite le consumazioni di caffè liscio (espresso/decaffeinato o americano), la cui incidenza è scesa dal 67,1 al 66,8%, ed è aumentato il peso di cappuccini/latte macchiato ecc., passato da un’incidenza del 32,9 al 33,2%».
La colazione si conferma l’occasione di consumo principe per le bevande a base caffè: il 78% delle ordinazioni si concentra tra le 7 e le 11, con un picco tra le 8 e le 10 (46,5% degli ordini totali). Due i momenti, rispetto al 2014 dove aumentano i consumi di bevande a base caffè: la colazione e la pausa pomeridiana.
Al ristorante aumentano i consumi
Il segnale più forte del 2015 per il mondo del caffè arriva dal segmento del Full service (ovvero la ristorazione), che vede aumentare le ordinazioni di espressi, cappuccini &co.
«La crescita dei consumi nell’horeca - spiega Figura - arriva soprattutto da qui». L’incremento più consistente viene dai consumi “lisci” (espresso, decaffeinato, latte macchiato): l’incidenza delle ordinazioni è passata dal 5,4% delle visite totali del 2014 al 6% del 2015. Crescono però anche le ordinazioni di cappuccino, latte macchiato ecc.: dall’1% di incidenza del 2014 si è passati all’1,2% del 2015.
se i clienti chiedono latte (o macchiati o cappucci) vuol dire che il prodotto servito,
o è di qualità scadente, o contiene troppa robusta dunque poco digeribile e forte,
da qui l’incremento di orzo/ginseng, nei bar.