Ricetta base presentata alla tappa Baritalia tenuta il 21 marzo 2016 al Teatro Santa Cecilia di Palermo
La fiaba dei tre porcellini e delle loro tre casette ha ispirato le ricette twist elaborate sulla ricetta base Gin Collins e presentate dal maestro di cerimonia del team Cortese, Roberto Pellegrini. Autori Samantha Migani (Duomo Hotel, Rimini), Fedrico Cremasco (Hamingway, Polcenigo-Pn), Leonardo Veronesi (Rivabar, Riva del Garda-Tn).
Se una delle storie sulla nascita del John Collins e del Tom Collins ne attribuisce la creazione a due fratelli, John e Tom Collins appunto, che li avrebbero battezzati con i lori rispettivi nomi (e anche cognome), perché allora non fare anche di più? È quanto ha pensato la squadra Cortese, che ha proposto la sua originale reinterpretazione dei due grandi classici inserendola nella storia di altri famosi fratelli: i tre porcellini.
E allora ecco i bartender del team, Federico Cremasco, Leonardo Veronesi e Samantha Migani indossare i panni dei protagonisti dell’antica fiaba, con tanto di maschere da porcellino, ed esibirsi in un girotondo, prima di recarsi dietro il bancone per realizzare, invece delle casette, i loro twist. Il tutto mentre alle loro spalle venivano proiettate le immagini della versione cinematografica della favola, realizzata da Walt Disney nel 1933, tra l’altro vincitrice del premio Oscar come miglior cortometraggio nel 1934 ed entrata nella classifica dei migliori cartoni animati di tutti i tempi, e con sottofondo musicale la canzone del film con i celebri versi “Siam tre piccoli porcellin, / siamo tre fratellin”.
Ma se ci sono i porcellini, non può mancare il lupo. Che infatti non è mancato: accompagnato dalle altrettanto famose note di Attenti al lupo cantata da Lucio Dalla (la canzone è stata scritta da Ron), è entrato in scena anche il maestro di cerimonia Roberto Pellegrini, travestito da lupo.
Il gioco tra miscelazione e fiaba è proseguito anche nello sviluppo delle tre reinterpretazioni dei classici. Tenuta ferma l’essenzialità degli originali, a base di gin, succo di limone e sciroppo di zucchero e soda, la proposta del team ha sostanzialmente italianizzato la ricetta, attraverso l’impiego di gin italiano e di tonica Scortese al posto della soda. Il tocco successivo è stato costruire e presentare i twist ispirandosi alle casette dei tre porcellini, ispirazione che ne ha guidato anche la scelta dei nomi.
Così Federico Cremasco ha realizzato Gin Collins Paglia, utilizzando Fred Gerbis (il gin di sua produzione) infuso con early grey tea, poi sciroppo di pistacchio, succo di limone, tintura di menta e tonica, presentandolo in un bicchiere racchiuso in una piccola casetta di paglia.
Mentre Samantha Migani per il suo Gin Collins Bamboo ha optato per il gin inglese Tanqueray Ten, sicily bamboo cordial, tonica e Solerno Bitter, proponendolo in un bicchiere decorato con pezzi e foglie di bombooa formare una capanna.
Infine, Leonardo Veronesi, per il Gin Collins Mattone, ha scelto il suo Luz Gin accompagnato con sciroppo di pomodoro pachino e peperoncino, spremuta di limoni siciliani e tonica. Servito in un piccolo vaso, con una tegola per vassoio e una cazzuola.
La storia della ricetta base
Le origini del John Collins e del suo “fratello” Tom Collins ci portano nella Londra di inizio Ottocento. Una delle prime testimonianze è una celebre filastrocca scritta da Charles e Frank Sherida nata al Limmer's Hotel, dove i due autori riportarono i nomi dei frequentatori dell’albergo, uno dei più sporchi della città, ma con una clientela aristocratica, all’apice del suo successo tra il 1830 e il 1860, mettendo nel primo versetto il nome del cameriere inventore del drink che porta il suo nome.
Celebre a Londra e poi in tutta l’Inghilterra, il drink arrivò negli Stati Uniti, grazie ad alcuni Ufficiali della Marina Britannica che insegnarono la ricetta ai barman del Claredon Hotel di New York.
Altri ne spostano la genesi al 1890, sempre al Limmer, ad opera di un tal John Collins e del fratello Tom, entrambi barman dell’hotel. In pratica i due realizzarono lo stesso cocktail, ma con gin diversi: John un jenever, Tom un gin inglese (Old Tom Gin, in uso prima dell’arrivo del London Dry).
Lo storico della miscelazione David Wondrich sostiene invece che la ricetta del John Collins sia nata a New York verso il 1850 sull’esempio dei Gin Punch. Poi, l’esplicita menzione dell’utilizzo di Old Tom Gin in una ricetta del 1869 sarebbe stata la causa del cambio di nome in Tom Collins nel ricettario di Jerry Thomas del 1876.
La ricetta di Gin Collins secondo Cortese
Ingredienti
4,5 cl gin
1,5 cl succo limone
1,5 cl sciroppo zucchero
6 cl Scortese Pura Tonica
goccia Angostura Bitters
Preparazione
In bicchiere highball con ghiaccio versare gin, succo di limone, sciroppo zucchero, completare con Scortese Pura Tonica, goccia Angostura Bitters, decorare con fetta di limone e ciliegina al maraschino.