La stagione dei grandi bar show ha raggiunto il suo culmine questa settimana con Bar Convent Berlin che, alla sua decima edizione, si riconferma una delle più ricche piattaforme internazionali per l’esplorazione di nuovi prodotti, tecniche di miscelazione, angoli degustativi e programmi educativi tenuti da relatori d’eccezione.
La fiera, svoltasi tra l’11 e il 12 ottobre nella capitale tedesca, ha aperto le porte a più di 10.000 visitatori del trade, che hanno popolato entusiasti i 280 stand del Berlin Station, oltre che le masterclass e i seminari condotti da bartender e personaggi di spicco della bar industry mondiale.
Italia al centro della scena
Si è distinta in particolar modo la presenza italiana, che ha dato sfoggio, dai banconi dello show, di acclamati talenti nazionali, e di prodotti dal sapore centenario, come quelli proposti da The Spirit of Italy, un gruppo formato da nove distillerie a conduzione familiare tra le più antiche d’Italia, unite dal comune obiettivo di promuovere la cultura e l’eccellenza degli spiriti nazionali all’estero.
Amaro Lucano, Cocchi, Luxardo, Distillerie Moccia, Distilleria Nardini, Pallini, Strega, Toschi e Distilleria Varnelli, eredi di una tradizione liquoristica plurigenerazionale, hanno affidato a Italspirits di Giuseppe Gallo l’organizzazione e conduzione di un party all’Amano Bar e di un seminario sulla liquoristica italiana, entrambi ispirati al tema Amaro Vs Sweet, sviluppato dal gruppo in collaborazione con Francesco Lafranconi.
Il primo evento ha visto Fabio La Pietra, miglior bartender in Brasile, nonché giudice di Baritalia, e Mattia Pastori, acclamato Bar manager del nuovissimo Damascegliere di Milano, miscelare i nove ingredienti proposti dal gruppo in cinque originalissimi cocktail: Amalfitano (Limoncello Pallini, Fragolì, sale, cedrata Tassoni, fragole, timo); Avanvera (Cocchi Vermouth storico di Torino, Liquore Strega, Brandy, banana essiccata); Drink8 (Amaro Nardini, Sangue Morlacco Luxardo, Chinotto soda, arancia, menta); Long Lucano ice tea (Amaro Lucano, Rum, Bianco vermouth, ginger ale, real agave, cetriolo, lime); e Pick me up & put me down (Zabov, Amaro Sibilla, Caffè, Rum speziato, noce moscata). Il risultato è stata una sorprendente avventura attraverso i sapori più antichi e complessi del nostro Paese.
Viaggio nella liquoristica italiana
Nel corso del seminario, che ha avuto luogo durante la seconda giornata, i relatori Giuseppe Gallo e Fulvio Piccinino hanno accompagnato il pubblico in un viaggio nel tempo alla scoperta delle origini della liquoristica italiana, a partire dai primi utilizzi delle erbe a scopo farmaceutico da parte di greci e romani, fino alla distillazione legittimata del secolo scorso: grazie agli studi del fisico Ippocrate, considerato il padre della medicina moderna, nel XIV secolo i monaci hanno potuto dedicarsi alla coltivazione di piante aromatiche e alla distillazione a scopo curativo di vermouth, amari, liquori e rosolio, la cui diffusione e popolarità presso le corti italiane e francesi viene attribuita a Caterina de Medici (1519-1589).
Con il declino dei monasteri, nel XVIII secolo, viene a cadere la tradizione di segretezza delle ricette medicinali, che vengono così condivise con le comunità locali, fino alla completa legittimazione delle attività di distillazione, avvenuta in Italia nel XIX secolo. Dopo aver distinto le categorie di vermouth, amaro e liquore nelle caratteristiche che ne definiscono l’appartenenza, i relatori hanno esposto il processo produttivo in tutte le sue fasi, dalla selezione degli ingredienti all’imbottigliamento, per poi presentare le aziende che compongono il gruppo The Spirit of Italy.
«Il seminario è stato concepito per incontrare le esigenze di bartender e appassionati che fossero incuriositi non solo dai prodotti in sé, nelle loro caratteristiche organolettiche e di versatilità miscelatoria, ma anche dalle tradizioni centenarie che rendono questi liquidi un tesoro prezioso della cultura del bere italiano nel mondo» ci ha spiegato Giuseppe Gallo, che ha coinvolto nel suo intervento anche Salvatore "The Maestro" Calabrese e Peter "The Legend" Dorelli, esponenti d’eccezione del bartending italiano nel mondo.
«Bar Convent è una kermesse internazionale che ci dà il polso della situazione, delle tendenze di mercato, semplicemente osservando le aziende presenti e leggendo il programma dei seminari. L’analisi di tutto questo ci conferma il trend positivo per la liquoristica italiana e i suoi prodotti, l’attenzione dei professionisti di tutto il mondo verso di essa e il grande prestigio e il seguito di cui godono i nostri barman. Quando riusciamo a fare squadra diventa impossibile batterci!», ha commentato Fulvio Piccinino, studioso ed esperto di miscelazione futurista, e noi non possiamo che essere d’accordo e continuare a fare il tifo per i talenti tricolore!