Conserve ittiche di alta qualità, ma frutto di materie prime ottenute da attività di pesca sempre più sostenibili. È l’impegno assunto da Bolton Food, unità del colosso Bolton operativa nella produzione e commercializzazione dei prodotti e dei marchi alimentari del gruppo. Impegno che riguarda in particolare il brand italiano Rio Mare, tra le principali realtà del mercato del tonno in scatola in Europa.
Da sempre impegnata sul tema della sostenibilità della pesca, in particolare quella del tonno, l’azienda si è posta nuova e più ambiziosi obiettivi in questo campo, con il supporto del Wwf e del partner Tri Marine, azienda specializzata nella conservazione del tonno, concentrando i propri sforzi sullo sviluppo di filiere di pesca sostenibili, metodi di pesca sostenibili e sulla tracciabilità dei prodotti dal mare alla tavola.
Obiettivi che hanno target ben definiti. Per quanto riguarda il primo il traguardo è fissato al 2024, anno entro il quale il 100% del tonno Bolton Food sarà da pesca certificata Msc (Marine stewardship council) o proveniente da filiere coinvolte in progetti di miglioramento della pesca credibili e robusti (Robust Fips, Robust fishery improvement projects). Impegno per il quale l’azienda è già sulla “giusta rotta” avendo chiuso il 2017 con il 52,4% di tonno proveniente da filiere certificate Msc o Robust Fips.
Sempre a quella data anche le altre specie di pesce, quali salmone, sgombri e sardine, saranno da attività di pesca certificata Msc o Asc (Aquaculture stewardship council) o da progetti di miglioramento delle aree di pesca o dell’acquacoltura. A questo proposito, importanti i passi in avanti finora compiuti, in particolare sullo sgombro, l’81% del quale è già certificato.
Altrettanto importante l’impegno nella diversificazione dei metodi di pesca e nella promozione delle buone pratiche sviluppate dal comitato scientifico della Issf (International seafood sustainability foundation). Anche in questo caso il target di Bolton Food è di avere il 50% del tonno trattato pescato con i metodi di pesca più selettivi, caratterizzati da un basso livello di pesca accidentale e un ridotto impatto ambientale, metodi che oggi coprono il 28% degli approvvigionamenti, e il restante 50% pescato da barche con reti a circuizione che adottano misure per la gestione dei Fad, i galleggianti utilizzati per attirare i tonni.
Infine, la tracciabilità, fondamentale sia per garantire la qualità del prodotto sia la tutela dell’ecosistema marino, essendo uno dei principali strumenti di lotta alla pesca illegale e di gestione sostenibile delle aree di pesca. Campo nel quale Bolton Food è già decisamente avanti. Tutte le grandi navi da pesca con reti a circuizione che approvvigionano di tonno l’azienda, sono infatti registrate nel Pvr (Proactive vessel register), un registro pubblico che assicura la presenza di buone prassi, quali la formazione dei capitani sulla pesca sostenibile, la presenza di osservatori a bordo per il monitoraggio delle operazioni di pesca. A questo si aggiunge il sistema di tracciabilità per la filiera del tonno sviluppato dalla stessa azienda (certificato Iso 22005), che consente di tracciare dal porto allo stabilimento produttivo di Cermenate (Como) oltre 500 referenze prodotte su 10 linee. Sistema che sarà esteso a tutte le altre specie ittiche utilizzate, per inserire direttamente sulle confezioni le informazioni relative a specie, oceano di pesca e metodi di pesca.