Torniamo sull’ampio tema della sostenibilità nel mondo del caffè con la testimonianza di Caffè Quarta e la sua scelta di campo di non offrire al mercato caffè in capsule, almeno fino a quando non darà garanzie di sostenibilità. Di seguito le dichiarazioni rilasciate da Antonio Quarta, amministratore unico della Torrefazione di Lecce.
«Non tutti i consumatori conoscono la differenza tra capsula e cialda; la grande maggioranza della gente immette nella macchinetta quella “cosa”, schiaccia un bottone e poco dopo compare nella tazza un caffè caldo. Una volta utilizzata, la suddetta “cosa” viene buttata via tra i rifiuti indifferenziati. Ma capsula e cialda sono differenti; mentre la prima è fatta interamente in plastica e viene percolata a pressione con acqua a 90 gradi, la cialda è un disco di caffè macinato che viene compattato e compresso tra due fogli di carta. In più oggi grazie alla ricerca esiste una colla naturale a base di un derivato del mais che rende la cialda totalmente compostabile e quindi senza alcun rilascio di ftalati. Solo dopo che questo brevetto è stato certificato da un’autorità internazionale indipendente, abbiamo deciso di adottarlo per produrre la nostra cialda. E ora stiamo lavorando a un progetto di packaging interamente compostabile».
Siete tra le poche aziende che non hanno adottato le capsule. «Esistono svariate ragioni per evitare il loro utilizzo. Ecco perché la nostra azienda da sempre attenta all’ambiente e alla salute dei consumatori, conferma la propria strategia di continuare a garantire la qualità e la freschezza delle sue miscele. Pertanto rinuncia alla produzione di caffè in capsule, preferendo il monoporzionato in cialde compostabili. Possiamo affermare che i consumatori ci hanno compresi e seguiti: la gran parte della nostra clientela ci ha capiti perché da generazioni consuma le nostre miscele e non solo è fidelizzata ad esse, ma anche alla cultura aziendale della qualità e alla filosofia produttiva ambientalista di Quarta Caffè. Ci rendiamo conto che la capsula è andata ad aggredire anche il consumo domestico di caffè: in diverse famiglie il regalo di Natale è la macchinetta per esse. Ma nel nostro mercato di riferimento il consumo del monoporzionato in capsule ha interferito poco con le nostre produzioni. Il nostro brand fa affidamento su una platea sociale più che su un bacino di consumatori, direi che i nostri sono più tifosi che non clienti del nostro marchio (come diceva mio nonno Gaetano). Noi continueremo a lungo questa strada finché sul mercato non usciranno dei materiali ecosostenibili. C’è un’azienda italiana cui guardiano con enorme interesse, che sta facendo ricerche per ottenere una capsula organica al 100% che non rilasci i famigerati ftalati. Comunque il nostro slogan made in Italy non cambia. Espresso al bar, moka a casa».
Andiamo ora a osservare il concetto di sostenibilità aziendale, che ha preso il via 35 ani fa con il Progetto Natura, una sorta di marchio complementare con il quale la Torrefazione ha orientato la sua filosofia d’impresa al rispetto dell’ambiente ponendo in essere numerose iniziative didattiche e sociali, oltre ad accorgimenti strutturali. Per prima in Puglia ha realizzato strutture che producono energia alternativa: due impianti fotovoltaici, uno solare, una torre eolica che permettono di coprire circa il 40% del fabbisogno energetico dell’Azienda. E’ stato poi siglato un protocollo d’intesa con la Forestale, grazie al quale è stato creato un parco, piantumando tutta l’area circostante gli stabilimenti, così da migliorare la qualità dell’arie a dare decoro alla zona industriale.