Invito personale rivolto a chi pensa che non ci sia più niente da scoprire: varcate la soglia della sede storica dell’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella, a due passi dalla stazione di Firenze (è lì dal 1612). Recuperate la mascella che vi è caduta alla vista della magnificenza degli ambienti, attraversate il grande salone decidendo se guadagnare o meno qualche punto nei confronti del vostro partner omaggiandolo di un profumo della casa (vi costerà un po’, ma ne vale la pena) e andate alla scoperta di una delle meno note, più antiche e più stupefacenti (aromaticamente parlando) produzioni di liquori che ci sia in Italia.
Una conoscenza fino a oggi patrimonio di pochi fortunati bartender, ma che Campari Academy ha voluto contribuire a far conoscere organizzando un workshop dedicato al Negroni nell’ambito delle iniziative per celebrare i cento anni del cocktail nato a Firenze.
Flavio Angiolillo, Samuele Ambrosi e Riccardo Marinelli hanno presentato i loro twist sul Negroni rendendolo ancora più fiorentino con l’aggiunta dei liquori di Officina Santa Maria Novella, e la stessa cosa ha fatto Luca Casale di Campari Academy. Tutti concordi nel sottolineare l’eccellenza qualitativa e l’incredibile carica aromatica dei liquori - rigorosamente “made in Italy” - creati dalla casa fiorentina, dal più noto Alkermes, di color rosso rubino brillante, molto usato in pasticceria, a prodotti unici come il Liquore Mediceo o l’Elisir Stomatico. Ottimi da degustare in purezza, ma con un grande potenziale d’utilizzo anche in miscelazione (finora pochissimo sfruttato).
«Sono prodotti in grado di dare a qualsiasi grande classico un’inconfondibile tocco di italianità - spiega Luca Casale di Campari Academy -. E permettono a chi li utilizza di creare propri signature cocktail di grande carattere».
«Un “gioco” interessante - aggiunge Riccardo Marinelli - può essere quello di caratterizzare lo stesso grande classico, dal Negroni in giù, con un liquore scelto a seconda del gusto e della personalità di ogni singolo cliente per creare dei cocktail profumati su misura: dall’alkermes alla liquirizia, alle spezie del Liquore Mediceo, alla rosa».
Il “poca spesa, tanta resa” in questo caso si può leggere come: bastano poche gocce per una resa, in termini di aroma e di profumo, davvero importante (la spesa, in termini di costo del prodotto, invece c’è. Ma la qualità la giustifica).
«I nostri elisir - spiega Gianluca Foà, direttore commerciale dell’azienda - sono fatti secondo le ricette messe a punto dai frati dell’Officina in gran parte nel ’700. Puntiamo sulla qualità delle materie prime e sulla purezza nel loro impiego, senza alcun additivo, per preservare la loro unicità».
Sempre Gianluca Foà ci spiega il loro il potenziale nella miscelazione.
Si può dire che siano stati i bartender a farvi scoprire il valore dei vostri liquori?
Il nostro Alkermes ha una grande tradizione in pasticceria. Ma è grazie ai mixologist che ci hanno avvicinato che abbiamo cominciato a capire quanto i nostri prodotti potessero dire la loro in un ambito, quello della miscelazione, che non conoscevamo. Le collaborazioni con Danilo Bellucci e con Campari Academy ci hanno aperto nuove prospettive per i nostri prodotti storici, che fino a oggi venivano utilizzati solo in qualche bar degli alberghi di lusso fiorentini.
E la mixology si sta dimostrando un terreno fertile anche per la valorizzazione dei nostri tè.
A tal punto che nei nostri nuovi negozi monomarca il cocktail è destinato ad assumere un ruolo sempre più importante come elemento di attrazione.
I cocktail in profumeria?
Abbiamo voluto andare oltre il concetto di profumeria - un posto dove le persone entrano, comprano e vanno -, per creare luoghi dove poter sostare e vivere un’esperienza di piacevolezza a tutto tondo, che invogli le persone a sostare. Per questo nei nuovi negozi il bancone del bar assume una posizione centrale. Alla mattina si può fare colazione: abbiamo una selezione di 40 miscele di caffè di altissima qualità e le torte di un maestro pasticcere. Nei fine settimana diamo spazio anche all’aperitivo, con cocktail fatti con i nostri prodotti e la musica del piano bar. Il primo punto vendita così concepito, quello di Brescia, ha dato risultati oltre le attese. Tanto che ora replicheremo il concept nelle nostre nuove aperture, anche all’estero.
Quindi nel futuro dell’Officina Santa Maria Novella ci saranno più cocktail e meno profumi?
Il nostro core business è e resterà quello dei profumi. Ma vogliamo valorizzare i nostri liquori e le nostre competenze nella produzione, fatta rigorosamente in casa. Sempre restando nell’ambito di quella nicchia ristretta di professionisti che cercano l’eccellenza. Per questo abbiamo introdotto, accanto alle classiche bottiglie da 500 ml, anche le bottiglie da litro a uso professionale. E in più stiamo puntando a valorizzare la nostra ristretta produzione di bitter.
Senza dimenticare pasticcerie e gelaterie: a settembre eravamo a Los Angeles a fianco della neonata Accademia del Gelato.