Essse Caffè festeggia quest’anno i suoi primi 40 anni di attività. Era il 1979 quando la famiglia Segafredo, già nota per la sua lunga tradizione nel settore, fonda a Bologna l’azienda, destinata a imporsi in breve tempo come una della maggiori realtà del comparto, servendo migliaia di locali di successo con le sue miscele in grani e i tanti prodotti di caffetteria calda e fredda. 40 anni che ne hanno fatto una specialista dell’Espresso italiano, con competenze che spaziano dal caffè crudo alla torrefazione, dal confezionamento alle attrezzature professionali fino alla perfetta estrazione dell’espresso.
Scienza, sapienza e specializzazione, insieme alla ricerca della massima qualità, sono i valori che da sempre guidano l’attività dell’azienda, richiamati anche nelle tre “S” che ne caratterizzano il nome.
Valori che trovano espressione anche nel libro Scienza del Caffè Espresso, pubblicato per celebrare l’importante anniversario. Edito da Chirotti, e curato da Carla Severini e da Santina Romani, docenti di Scienze e tecnologie alimentari, rispettivamente presso l’Università di Foggia e l’Università di Bologna, il volume è stato presentato da Francesco Segafredo, presidente della società, durante un incontro, moderato da Enrico Franceschini, inviato a Londra de La Repubblica, svoltosi presso la Fondazione Mast di Bologna, al quale insieme alle autrici hanno preso parte altri ospiti di eccellenza, quali gli economisti Andrea Segrè, Maurizio Sobrero.
Il libro racconta la collaborazione tra Essse Caffè e il mondo della ricerca scientifica, raccogliendo tutte le ricerche realizzate nell’ambito della convenzione siglata con l’Università di Bologna sin dal 1979 e finalizzate a ottenere un espresso d’eccellenza. Ben 54 i lavori, tutti pubblicati su riviste scientifiche internazionali e presentati a convegni scientifici in tutto il mondo, ai quali fa da appendice l’elenco delle 23 tesi di laurea che sono state realizzate grazie a questa collaborazione.
«Un lungo cammino di oltre quarant’anni, in cui questa continua collaborazione è stata una fedele compagna di viaggio che ha ispirato e indirizzato la mia attività imprenditoriale», come racconta il presidente nell’azienda nella presentazione del volume.
Cammino che ha preso il via dall’incontro, alla fine degli anni Settanta, tra due giovani aperti al futuro e desiderosi di investire in un approccio innovativo alla ricerca, ovvero quello della ricerca applicata e del trasferimento tecnologico, l’imprenditore Francesco Segafredo e Carlo Lerici, all’epoca assistente all’Università di Bologna, poi divenutone docente, la alla cui memoria è dedicato il libro.
Tutto con l’obiettivo di «fornire al torrefattore uno strumento efficace e ripetibile per ottenere un prodotto di ottima qualità, operando su basi scientifiche», come scritto dalla professoressa Severini nella prefazione, e che negli ultimi anni «si è orientata anche verso altri aspetti del caffè, in particolare quello nutrizionale e salutistico e quello della sostenibilità ambientale». Ambito quest’ultimo, dove la ricerca ha premesso di arrivare a conclusioni che hanno ribaltato precedenti convincimenti, per esempio che, a differenza di quanto si è sempre pensato, il caffè va consumato perché fa bene alla salute, anche in misura cospicua, almeno 4-6 tazze al giorno.
Un approccio attualissimo che mette in contatto due mondi che hanno bisogno l’uno dell’altro: «da una parte l’impresa che non è in grado da sola di produrre ricerca, dall’altra l’Università che ha bisogno di finanziamenti per fare ricerca, che poi l’industria applica… Un circolo virtuoso che quarant’anni fa, nell’incontro fra Carlo Lerici e Francesco Segafredo, ha fatto scattare una scintilla che ancora alimenta un fuoco», come sottolineato dal professor Andrea Segrè nella prefazione.
Un fuoco che ha dato vita a un gruppo di ricerca, il “Gruppo Lerici”, divenuto scuola e che ha portato i suoi saperi in altri atenei: quelli di Udine, Foggia, Teramo, Roma, Ancona, Parma o la sede di Cesena dell’Alma Mater dedicata proprio alle tecnologie alimentari.