Abbiamo tremato per la chiusura anticipata di bar e ristoranti. Ma nessun esulti (per lo scampato pericolo)! Perché la partita è ancora aperta e il terreno di gioco assai insidioso. Viviamo un’epoca di grande incertezza, in cui il mondo del fuori casa è chiamato a reinventarsi il business, a vegliare sulla sicurezza propria, dei propri collaboratori e quella dei clienti. Tra mille difficoltà e senza (o con pochi) aiuti.
Difficile tirar fuori ricette che valgano in assoluto. Buon senso, rispetto delle regole e professionalità, sembrano ancor oggi essere le uniche armi a disposizione. Lo dicono i numeri: il 56% degli italiani che sono tornati a consumare fuori casa dà un voto superiore a 7 alla sicurezza percepita nei locali, in barba a quanti sono pronti a puntare il dito contro bar e ristoranti. Ed è quanto emerso durante gli Horeca Work Forum svoltisi a settembre ad Assisi e di cui vi diamo ampio resoconto nelle pagine del numero di ottobre 2020 di Bargiornale, con le testimonianza di chi c’era e di chi ha voluto condividere le proprie esperienze in cerca di possibili vie di uscita.
Non per tutti, ahinoi, perché ci sono le discoteche che vivono un tempo sospeso, che sembra non avere fine. Ancora una volta l’invito a tutti gli attori della filiera è alla resilienza!