I nuovi gin dei bartender

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Nel ricco panorama del distillato arrivano quattro nuove proposte, artigianali, di alta qualità, prodotte in piccoli lotti, firmate da altrettanti professionisti del bancone: Dario Olmeo, Christian Sciglio, Michele Piagno e Francesco Orsi

Da più in decennio sulla cresta dell’onda, il gin è un distillato la cui fortuna pare non conoscere sosta, né il minimo segnale di arretramento. Basti considerare che il mercato del distillato, secondo una recente indagine della società di ricerca Iri, negli ultimi 2 anni ha continuato a macinare numeri impressionanti, registrando una crescita del 33% in termini di fatturato e del 20% in volume. Performance che neanche la crisi ha intaccato. Il distillato, insomma, continua a conquistare favori sia presso i bartender sia presso i consumatori. La crescita della domanda si riflette nella crescita altrettanto esplosiva dell’offerta, con la nascita di nuovi brand artigianali e non, che ormai anche in Italia hanno raggiunto numeri record. Fenomeno nel fenomeno, il mutuato ruolo dei professionisti del bancone, che da semplici utilizzatori hanno dato sfogo al loro estro, trasformandosi anche in produttori. Negli ultimi anni è infatti cresciuta la proposta di gin creati da bartender e se sono tanti i professionisti che, forti della loro esperienza e competenza, collaborano con i brand del beverage per mettere a punto nuove ricette, sempre più numerosi sono quelli che scelgono di “mettersi in proprio”, dando vita al loro distillato. In questi casi si tratta per lo più di piccole produzioni, dal carattere ricercato e peculiare, che rispondono a un’esigenza particolare del professionista, sfruttando le molteplici possibilità di caratterizzazione che questa tipologia di spirit permette, ma che guardano anche oltre la mixology, aprendosi a forme di consumo, come la bevuta liscia non comune per questo distillato. In questo panorama si inseriscono quattro nuove proposte, fresche di lancio o che stanno per essere lanciate, firmate da altrettanti bartender: Soero Gin di Dario Olmeo, Grand Tour Gin di Christian Sciglio, Barancli di Michele Piagno e Æguademâ 2018 di Francesco Orsi.

Soero, fresco e floreale

Fresco, morbido e dal bouquet floreale, Soero è frutto di un lavoro di ricerca avviato da Dario Olmeo, bartender e titolare, con il fratello Gavinuccio, del Maracaibo, cocktail bar collocato nel Lido San Giovanni di Alghero, due anni fa e che ha avuto un forte accelerata all’inizio di quest’anno a causa della pausa forzata dell’attività imposta dall’emergenza sanitaria. Si tratta di un distilled gin artigianale prodotto con 13 botaniche provenienti dalle varie regioni della Penisola, a partire dal ginepro e dal mirto che vengono dalla sua Sardegna, ai quali si aggiungono coriandolo, lavanda, rosa, miele, arancia, viola, cardamomo, limone, gelsomino, pepe nero e angelica.

Armonioso, grazie al perfetto bilanciamento raggiunto tra i numerosi ingredienti, e molto delicato al palato, grazie al processo di distillazione in rame, eseguito presso la Distilleria Zamperoni, distilleria artigianale di Galliera Veneta (Padova) che ne cura la produzione e l’imbottigliamento, si presenta di colore giallino delicato e luminoso, che ne anticipa il carattere fresco, ravvivato dalle note degli agrumi, e la finitura soave. Un gin che si presta molto alla miscelazione, a partire dal classico Gin&Tonic, ma senza eccedere con ingredienti troppo speziati e agrumati per non snaturarne il carattere, proseguendo con la realizzazione di twist sui classici, ma è ideale anche per il servizio liscio. È proposto in un’elegante bottiglia, da 50 cl, a forma di goccia che ne sottolinea il posizionamento premium, con un’etichetta pulita ed essenziale, realizzata in Sardegna, che ne mette in risalto lo spirito “estivo”.

Gran Tour Gin, sapori e profumi di Sicilia

E l’ultimo lockdown si è rivelato decisivo anche per portare a compimento il progetto di Grand Tour Gin (alc. 40% in vol), avviato da Christian Sciglio, bartender e patron del Morgana Lounge Bar di Taormina, 8 anni fa. Un progetto che vuole essere anche una celebrazione della Sicilia. Il nome del prodotto è infatti quello del lungo viaggio a carattere culturale che i rampolli dell’aristocrazia del Nord Europa, a partire dal XVII secolo, intraprendevano per completare la loro formazione e che aveva come meta privilegiata l’Italia, con il suo ricco patrimonio di antichi monumenti romani e greci, con tappa obbligata in Sicilia. Un viaggio che questo gin intende compiere in senso inverso, restituendo al resto del mondo, attraverso i suoi profumi e il suoi sapori, le diverse suggestioni dell’isola. Fedele a questo obiettivo, Sciglio nel creare la ricetta ha utilizzato, eccetto il ginepro, tutte botaniche autoctone, tra le quali diverse eccellenze di quella terra: quali la mela Cola dell'Etna, il pomodoro ciliegino di Pachino, il cappero di Salina, l’ortica della Piana di Catania, ai quali si aggiungono foglie di ulivo, limone e origano.

Il risultato è un gin di un colore giallo, datogli dal pomodorino e dalla foglie d’ulivo, dagli aromi mediterranei, complesso e ben bilanciato al palato, dove la nota dolce sempre apportata dal pomodorino si sposa con quella balsamica dell’origano e dell’ortica. Quest’ultima dona anche una nota pungente, che ben si amalgama con quella erbacea e salina del cappero, quella bitter dell’ulivo e agrumata del limone. A rendere possibile l’alchimia il processo di lavorazione e l’arte distillatoria dell’Antica Distilleria Quaglia di Castelnuovo Don Bosco (Asti) che si occupa della produzione: Grand Tour è infatti un compound gin, nel quale metà delle botaniche vengono macerate e metà distillate. Ottimo da proporre liscio, per la sua ricchezza di sapori, questo gin, i bottiglia da 70 cl, è ideale anche per la mixology, sia per nuove creazioni, sia per dare un tocco mediterraneo ai grandi classici, ma si presta anche all’alta pasticceria, per la creazione di dessert.

Barancli, il gin delle montagne friulane

Un carattere marcatamente territoriale presenta anche Barancli (alc. 40% in vol), la creazione di Michele Piagno. Il territorio in questione è il Friuli, che il bartender, titolare dell’Enoteca Vecchia Pretura di Codroipo (Udine), formatore di barman, autore di libri sulla miscelazione e collaboratore per diverse realtà del beverage, ha voluto celebrare a partire dallo stesso nome dato al prodotto: “barancli” infatti è il nome in friulano del ginepro, la botanica imprescindibile di ogni gin.

E friulane sono tutte le botaniche che compongono la formula di questo compound gin, frutto di un lavoro di ricerca di oltre un anno, tutte provenienti dalle montagne dell’area di Claut, in provincia di Pordenone: ginepro, pino mugo, angelica, ed erbe aromatiche.

Il risultato dell’unione di questi ingredienti è un originale gin “di montagna”, caratterizzato al naso al palato da intense note boschive di ginepro e pino mugo. Peculiarità che lo rendono perfetto da proporre liscio, o con ghiaccio, ma che si esaltano al meglio anche in un Gin&Tonic, completando con tre pinoli come guarnizione. In alternativa si può abbinare a una bitter lemon oppure utilizzare per realizzare un altro grande classico come un Gin Fizz o per la preparazione dei Sour. Ma non solo perché Barancli si presta anche ad altri abbinamenti insoliti, in particolare con erbe aromatiche, tra le quali la salvia del Friuli.

Disponibile in bottiglia da 70 cl, il nuovo gin, che fa parte di Arte Liquida, il progetto di Michele Piagno che racchiude le sue creazioni nel mondo dei cocktail e dei liquori, è prodotto artigianalmente in piccoli lotti dalla Liquoreria Friulana Opificium di Spilimbergo (Pordenone).

Æguademâ 2018, il gin blu premium

Un intenso colore blu, 100% naturale, è il biglietto da visita di Æguademâ 2018 (alc. 42,5% in vol), primo nato della gamma di gin premium artigianali Æguademâ, che presto si arricchirà di due nuove uscite, firmata da Francesco Orsi, titolare di Enoteca & Wine Bar “da 8tto” di Senago (Milano). Un progetto nato nel 2018 dalle tre passioni di Orsi, quella per gli spirit, per il mare, da qui il colore del prodotto, e i viaggi, e concretizzatosi dopo pochi mesi con la creazione del primo distillato, grazie alla collaborazione con Cillario&Marazzi Spirits, distilleria di Viconago (Varese), realtà di eccellenza per le microdistillazioni di alta qualità, che si occupa della sua produzione. Una produzione in piccolissimi lotti, solo 100 bottiglie da 50 cl, numerate ed etichettate a mano, per singola distillata.

Un progetto partorito da Orsi inizialmente per offrire ai clienti del suo locale un gin artigianale che si distinguesse per la sua unicità dall’offerta del mercato, ma che ora ha assunto un respiro più ampio, con l’avvio della distribuzione ai cocktail bar della Penisola, curata dall’azienda di famiglia 8tto Wine & Spirits.

E a dare unicità al prodotto concorrono l’accurata scelta delle materie prime e il particolare processo di produzione. Per quanto riguarda le prime, la base di questo gin è costituita da alcol ottenuto da grano tenero italiano bio certificato biologico, una base importante che ne eleva la purezza e qualità del prodotto finale. 18 invece sono le botaniche utilizzate, sia italiane sia provenienti da terre lontane, ma tutte accuratamente selezionate e raccolte a mano, che variano da quelle più classiche a quelle più agrumate, speziate e saline. Tra le quali il ginepro del mediterraneo, la cui nota balsamica dona al gin la sua eleganza, la santolina delle spiagge, che apporta una nota sapida, tre varietà di pepe, quello quello di Sichuan e di Timut, per la parte speziatae leggermente pungente, e quello lungo del Bengala, che invece non porta la nota piccante, ma insieme alla buccia di limone, rigorosamente priva della parte bianca, dà la nota agrumata.

Botaniche che vengono distillate con il metodo London dry vapor infused, quindi senza macerazione degli ingredienti in alcol, ma con il passaggio di valore nella parte alta dell’alambicco e a bassa temperatura, garantendo così una lenta estrazione degli oli aromatici e dando al gin un gusto più persistente. Nel distillato vengono poi infusi i fiori di Butterfly Pea, provenienti dall'Inodesia o dalle Filippine a seconda della stagione, che regalano al gin il suo colore naturale blu.

Una ricchezza di sapori, perfettamente bilanciati, che fanno di Æguademâ 2018 un gin dal carattere complesso, che si apprezza al meglio servito on the rocks, dove lascia emergere distintamente i vari ingredienti che lo compongono, ma al tempo stesso estremamente versatile anche in miscelazione, dove si può utilizzare per un elegante Gin&Tonic, accompagnandolo con una tonica delicata, per un Martini Cocktail, e per sbizzarrirsi in originali twist su tutti i grandi classici.

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