L’aumento della concentrazione nell’atmosfera dei cosiddetti gas serra, in particolare di anidride carbonica, è la causa del riscaldamento globale, indotto dalla deforestazione massiccia, dall’allevamento intensivo di bestiame, dalla combustione di fonti fossili a scopo energetico e dall’uso di particolari fertilizzanti e di altri gas. Le sue conseguenze negative si fanno sentire a livello globale:il rapporto A Brewing Storm del Climate Institute di Sydney mette in guardia sul fatto che le aree adatte alla coltivazione di caffè potrebbero dimezzarsi da qui al 2050. Per far fronte a ciò, cresce il numero delle aziende del settore impegnate nel limitare le proprie emissioni ed anche nel raggiungere la Carbon Neutrality ovvero “il bilanciamento tra le emissioni di Co2 e gli interventi mirati alla sua riduzione o all'eliminazione delle emissioni di anidride carbonica”. Ne abbiamo parlato più volte nel corso del 2021 sulle pagine di Bargiornale, interpellando diversi attori del mondo del caffè, soprattutto torrefattori e produttori. Tra i Paesi all’avanguardia in tal senso ci sono il Costa Rica, che ha annunciato nel 2019 un Piano Nazionale di Decarbonizzazione per aiutare i produttori di caffè a ridurre le emissioni. Abbiamo poi incontrato Adriana Bustamante Romero, che ha presentato la realtà di Inloher, la prima azienda in Honduras ad avere ottenuto la certificazione Carbon Neutral dopo sei anni di lavoro.
Ora sono i rappresentanti della cooperativa brasiliana MonteCCer con sede a Monte Carmelo, nel Cerrado Mineiro, a comunicare la prima spedizione di 600 sacchi da 30 kg di caffè carbon neutral effettuata con Volcafe, braccio commerciale del caffè di ED&F Man, una delle più grandi trading mondiali di commodities (che ha riconosciuto un premio superiore - raddoppiato - ai produttori), per servire i clienti in Giappone. La neutralizzazione del carbonio viene effettuata attraverso il sequestro dell'anidride carbonica da parte degli alberi, ma anche attraverso la riduzione dei fertilizzanti azotati, un maggiore utilizzo di composti organici, l'uso di difensivi biologici, la razionalizzazione dell'irrigazione, tra gli altri processi. L'interesse dell'industria della torrefazione per questo prodotto, che ha ancora un'offerta limitata, è grande, in quanto fornisce una forte compensazione delle emissioni.
I responsabili di MonteCCer raccontano che la scelta di puntare sulla carbon neutrality ha preso il via nel 2018, quando le aziende agricole cooperative che stavano completando dieci anni di certificazione per le buone pratiche hanno deciso di fare un passo avanti. Sotto la supervisione dell'Istituto di Gestione e Certificazione Forestale e Agricola (Imaflora), è stato realizzato un inventario della sostenibilità, che ha identificato 34 aziende agricole (che producono una media di 160mila sacchi di caffè l’anno) in quanto nel bilancio delle loro emissioni viene sequestrato più di quanto è rilasciato in gas serra. «Oggi stiamo razionalizzando tutto» ha affermato Francisco Sérgio de Assis, presidente della Federazione dei Caffeicoltori del Cerrado e della cooperativa MonteCCer, che ha aggiunto che le iniziative prevedono l'utilizzo di difensivi biologici e il risparmio idrico ed energetico. In futuro si prevede che altre cooperative dell’area, che coltiva 230mila ettari, si orienteranno verso una produzione più sostenibile.
Frattanto, sono stati avviati altri cinque accordi con una catena negli Stati Uniti e con acquirenti europei.