Dal 14 gennaio anche l’Italia ha detto addio a posate, cannucce e bicchieri in plastica monouso. A partire da quella data è infatti scattato il divieto di produzione, vendita e utilizzo di prodotti usa e getta realizzati in plastica non biodegradabile, non compostabile e oxo-degradabile, categoria quest’ultima che include le materie plastiche che contengono additivi che attraverso l’ossidazione comportano la riduzione del materiale in microframmenti. Divieto sancito dal decreto legislativo 196 del 2021, con il quale il nostro Paese ha recepito (con qualche mese di ritardo) la direttiva europea Sup (Single use plastic) del 2019 (leggi L’Europa dice stop alle plastiche monouso. Dal 2021). Una norma che rientra nella strategia green europea e che, in particolare, mira a contrastare l’inquinamento dei mari, considerando che, come premesso nella stessa normativa, oltre l’80% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge dell’Unione sono plastica e di questi il 50% è costituito da oggetti in plastica monouso.
I prodotti monouso al bando
La norma interessa il mondo del fuoricasa, in quanto molti dei prodotti banditi trovano utilizzo in queste attività. Nello specifico, l’elenco dei prodotti vietati comprende posate, piatti, cannucce, bicchieri e tazze per bevande in polistirene espanso, agitatori per bevande, contenitori per bevande in polistirene espanso e relativi tappi e coperchi. Vietati anche i contenitori per alimenti in polistirene espanso, ovvero recipienti con e senza coperchio, ma che soddisfino insieme tre requisiti: che siano destinati al consumo immediato, sul posto o da asporto, per alimenti generalmente consumati direttamente dal recipiente, e pronti al consumo senza ulteriore preparazione, come cottura, bollitura o riscaldamento.
Ammessi i monouso biodegradabili e compostabili
I gestori dei locali dovranno quindi avere cura di utilizzare solo prodotti che abbiano caratteristiche diverse di quelli vietati. Tuttavia, il decreto consente di smaltire le scorte di prodotti non conformi accumulate in magazzino, a condizione però di dimostrare che la loro immissione sul mercato è avvenuta precedentemente all’entrata in vigore delle norma, ovvero al 14 gennaio 2022.
Altro aspetto da sottolineare è che non tutta la plastica monouso è stata messa al bando. Il divieto di vendita e utilizzo non riguarda i prodotti realizzati in materiale biodegradabile e compostabile, certificato secondo lo standard europeo della norma Uni En 13432 o Uni En 14995 con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40% e, dal primo gennaio 2024, superiori almeno al 60%.
Incentivi per l’acquisto di prodotti riutilizzabili
Oltre ai divieti il decreto contiene anche agevolazioni finalizzate a ridurre l’impatto legato al consumo di prodotti di plastica monouso. È stato infatti previsto un incentivo per le imprese, compresi quindi anche i locali, che acquistano e utilizzano prodotti del tipo di quelli messi al bando, ma riutilizzabili o realizzati in materiale biodegradabile o compostabile, certificato secondo la Uni En 13432). L’incentivo viene riconosciuto sotto forma di credito di imposta nel limite massimo di 3 milioni di euro per ognuno degli anni 2022, 2023 e 2024 e va a coprire il 20% delle spese sostenute e fino a un importo massimo annuale di 10.000 euro per ogni beneficiario. Un decreto del ministero dello Sviluppo economico, che sarà adottato entro il prossimo 15 marzo, definirà criteri e modalità di attuazione della misura.
Nuovi requisiti per bottiglie e contenitori
Il decreto, inoltre, prevede una ulteriore stretta sui requisiti per l’immissione sul mercato nei prossimi anni per alcune tipologie di prodotti. A partire dal 3 luglio 2024, i contenitori per bevande con capacità fino a 3 litri e gli imballaggi compositi di bevande con tappi e coperchi in plastica, potranno essere venduti solo se i tappi e coperchi restano attaccati ai contenitori per la durata dell'uso.
Mentre dal 2025, le bottiglie per bevande fabbricate con polietilene tereftalato come componente principale (le classiche bottiglie in Pet) dovranno contenere almeno il 25% di plastica riciclata, calcolato come media per tutte le bottiglie Pet immesse sul mercato nazionale. Percentuale di plastica riciclata che sale almeno al 30% dal 2030.