Il nuovo anno (ahinoi!) si è aperto con una pesante ipoteca sulla crescita. Colpa della pressione inflattiva, come se già non bastassero la recrudescenza dei contagi e i problemi connessi all’occupazione. Lo rivela il Rapporto Ristorazione 2021 Fipe-Confcommercio. Numeri alla mano, oltre l’87% dei pubblici esercizi dichiara di aver subito aumenti della bolletta energetica: uno su tre lamenta rincari tra il 25% e il 50% e quasi il 20% denuncia rincari superiori al 50%. Di più: il 76,2% prevede nell’anno in corso un ulteriore aumento dei costi della bolletta energetica.
Una percentuale simile (72,5%) si aspetta anche un rincaro dei prodotti alimentari. In questo scenario ancora in chiaro/scuro si è inserito l’avvio del conflitto in Ucraina. “Dinanzi a un aumento dei costi e a una valutazione non incoraggiante sulla propensione al consumo - si legge nel Rapporto - fa riflettere che meno di un’impresa su due stia pianificando misure per contrastare i rincari”. Queste misure si concretizzano principalmente nel rialzo dei prezzi di vendita (33,6%) e nella scelta di fornitori più competitivi (28%). Si può fare qualcos’altro?
È quanto abbiamo voluto indagare sul numero di Bargiornale di aprile 2022 per individuare possibili vie di uscita. Perché, sebbene speriamo tutti che, alla fine, la ragionevolezza prevalga sulla guerra e che si possa tornare a una situazione meno rischiosa e dunque meno volatile in merito ai prezzi, è lecito attendersi un sistema di mercato diverso da quello degli ultimi anni. E, già oggi, investire in efficienza energetica e fonti rinnovabili, avvertono gli esperti, ci permetterà di ricadere in piedi nel prossimo futuro.