Arrivata la norma Uni che fissa i requisiti per i locali storici

Locali storici caffe-gilli-interni
Il Caffè Gilli di Firenze
La norma fissa requisiti uniformi su tutto il territorio nazionale per bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, e confetterie che vogliono identificarsi come locali storici, con l'obiettivo di valorizzare e tutelare realtà simbolo dell'ospitalità del Belpaese

È arrivata la norma che stabilisce le regole per le attività del fuoricasa che possono fregiarsi del titolo di locali storici. A metterle nero su bianco è la Uni 11891-1, frutto del lavoro portato avanti negli ultimo mesi da Fipe e dall’Associazione “Gli Storici” Caffè e Ristoranti Storici d’Italia che hanno costituito un gruppo di lavoro insieme al ministero delle Imprese e del Made in Italy, Confcommercio-Imprese per l’Italia, l’Unione Consumatori, Uniter e appunto l’Uni, l’ente italiano di normazione.

La noma nasce dalla volontà di valorizzare e tutelare i pubblici esercizi storici della Penisola, un patrimonio di grande valore culturale depositario dello stile di vita e delle tradizioni del nostro Paese, ponendo fine alla sovrapposizione di norme, elenchi e albi che hanno caratterizzato finora il settore.

Finora a inquadrare le attività storiche sono state infatti prevalentemente Regioni e Comuni, con regolamenti diversi basati essenzialmente sull’anzianità dei locali, che oscilla tra i 40 e i 50 anni. A Regioni e Comuni si aggiunge Unioncamere che, nel suo registro delle imprese storiche, inserisce tutte le attività operative da almeno 100 anni.

Un sistema, dunque, dalle regole incerte e oscillanti che variano da luogo a luogo e che, inoltre, non fa distinzione tra le varie tipologie di attività, applicandosi così indistintamente a un locale come a qualsiasi altro esercizio commerciale.

Requisiti su misura per i locali

La nuova norma sui locali storici, invece, interessa specificamente le realtà del fuoricasa, individuando i requisiti che riguardano i bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, cioccolaterie, confetterie.

Due i principali requisiti che i locali devono possedere per poter essere riconosciuti come storici: aver mantenuto al loro interno gli arredi originali ed essere in attività da almeno 70 anni. A questi si aggiungono poi altri requisiti e raccomandazioni organizzative, strutturali, finalizzate ad assicurare in caso di interventi di ristrutturazione strutturale o migliorative assicurino che le modifiche siano in linea con gli stili architettonici e le tecniche di costruzioni tradizionali che caratterizzano il locale, e anche di servizio, per aiutare gli operatori a offrire servizi ai clienti in un “ambiente storico” al 100%.

Valorizzare e tutelare i locali storici

La norma quindi vuole essere anche uno strumento che concorra a elevare il livello dell’offerta turistica, culturale e alimentare e garantire un’autentica esperienza dello stile di vita italiano. Un’esperienza che non è solo di consumo, ma rappresenta un tuffo nella storia e nella cultura del nostro Paese.

Ma non solo, perché grazie alla definizione di criteri certi, sarà più facile anche adottare misure a sostegno di queste realtà. «Abbiamo portato avanti questo percorso per mettere ordine nella babele amministrativa che fino a questo momento vedeva Comuni e Regioni regolare questa fattispecie di locali senza un criterio omogeneo. Creando di fatto disparità poco comprensibili e confusione tra le imprese – ha commentato in una nota Alessandro Cavo, presidente dell’Associazione “Gli Storici” Caffè e Ristoranti Storici d’Italia aderente a Fipe –. Questo puzzle normativo ha di fatto impedito che si potessero adottare misure di sostegno a livello nazionale, rivolte espressamente ai locali storici che, come sappiamo, hanno caratteristiche molto specifiche e di conseguenza bisogni particolari. Incentivi per la tutela del patrimonio immobiliare, semplificazione delle procedure amministrative, riduzione delle imposte locali, misure per l’efficientamento energetico sono solo alcune dei temi che abbiamo già inserito nell’agenda dei locali storici per i prossimi mesi».

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