Fin dalla sua apertura in Lambrate, a Milano, nel 2019, Unseen ha fornito spunti di dibattito praticamente senza sosta. La creatura di Milo Occhipinti, formatosi tra Londra e la Milano del primo dopo-Expo, è andata affermandosi come luogo di visionaria ospitalità, al tempo stesso inclusiva e varia per fruizione, ma senza compromessi per offerta e idea. Il tavolo centrale come unico luogo di seduta, da condividere con altri ospiti; la proposta liquida senza possibilità di modifiche, per un tuffo totale nella filosofia di Occhipinti. Psichedelico e a tratti nostalgico, con il suo corollario di comunicazione social e video proiettati in parete, Unseen ha da subito spinto su una proposta tanto elaborata nelle preparazioni, quanto semplice nel risultato finale: far star bene qualsiasi tipologia di ospite, ricorrendo a una sorta di shock che fonde sapori familiari e ambiente da metaverso.
Il nuovo menu spinge ancora sull’acceleratore
Il nuovo menu di Unseen è un ulteriore giro di manopola sull’acceleratore: già stabiliti i toni e i desideri con la lista precedente, di estrema coerenza con l’aspetto del locale (divenuti ormai celebri il floppy disk come sottobicchiere e il guscio di chiocciola come garnish), la nuova carta cocktail parla di complessità che diventano semplici, e perché no, anche il contrario.
Si alza l’asticella della bevuta, non necessariamente quella dell’impegno tecnologico, perché come lo stesso Occhipinti segnala, «non servono per forza Rotavapor o agitatori magnetici per poter lavorare ad alto livello». Lontane anche fermentazioni e acidificazioni, già ormai piuttosto ritrite altrove, benvenute invece osmosi e metodologie di estrazione di sapori più spinte.
Quattordici cocktail disponibili e non derogabili, come nello stile di Unseen. Chiare le impronte di miscelazione (si trovano per esempio drink che ricalcano il Martini o il Negroni), ma larghe, controverse e per questo interessanti le interpretazioni: si vedano il 1UP, twist sul Bloody Mary ispirato alle leggendarie vite del videogioco Super Mario (vodka infusa al fungo Shitake, succo di pomodoro, fake lime, spice mix) e il Drifting Love, (vodka, succo di sedano, fruttosio di fragola, Lapsang Suochong, fake lime).
Né bottigliera, né bancone
Rimane importante il lavoro in pre-batch, che porta Occhipinti e la sua spalla Alessia Bellafante (semifinalista all’ultima Diageo World Class) a investire almeno tre ore a settimana nelle varie fasi di preparazione: Unseen non ha bottigliera né bancone, fatta eccezione per una contenuta station dove viene ultimata la costruzione dei cocktail. A questi si è aggiunta una ristretta selezione di snack, novità assoluta in Unseen (che ha sempre permesso agli ospiti di usufruire di delivery esterni), a loro volta orientati alla semplicità e alla condivisione. Motivi in più per unirsi al motto del locale, e definitivamente: “join the aesthetics”.