Reintrodotto, dallo scorso 26 giugno (determina dirigenziale dello stesso giorno), senza preavviso, l’obbligo di accettare i pagamenti elettronici anche per le vendite di prodotti soggetti a ricavo fisso, come i tabaccai e rivenditori di valori bollati e postali.
L’obbligo era già vigente in passato, ma fu cancellato su pressione degli operatori che si trovavano a dover pagare commissioni bancarie spesso superiori agli aggi percepiti.
L'Agenzia delle dogane e dei monopoli, quindi, ha annullato la norma concessa pochi mesi fa che escludeva tale obbligo.
Ma qualcosa è cambiato per giustificare la reintroduzione? Nessun motivo viene fornito dall’Agenzia, salvo quella che il mercato bancario offre tariffe fisse, indipendenti dal numero di transazioni e altre che prevedono il rimborso delle commissioni per i micro-pagamenti inferiori a 10 euro. Quindi, i nuovi contratti presenti sul mercato farebbero venir meno i costi che legittimavano l’esclusione dal Pos per coloro che possono conseguire mini-aggi.
Ai lettori la risposta.
La doppia sanzione
Non sono cambiate le sanzioni previste in caso di rifiuto (leggi Pos obbligatorio: ecco quando scatta la sanzione), determinate in un importo fisso di 30 euro più il 4% del valore della transazione.