Bar News dagli States: dai coffee mocktail all’esclusivo The Dishonesty Bar di Washington

Caffè protagonista in miscelazione negli Usa, donne che conquistano il mercato della birra statunitense e due nuove idee di cocktail bar da studiare

Il consumo di caffè continua ad aumentare in tutti gli Usa. La National Coffee Association rivela che gli americani bevono 440milioni di tazze al giorno. Ma la bevanda energetica per eccellenza finisce spesso anche nei cocktail degli statunitensi, che sono ormai abituati al tradizionale Irish Coffee, fino al sempre più richiesto Espresso Martini. Tra i nuovi drink a base caffè spicca l’Espresso Tonic, attualmente il più popolare ‘coffee mocktail’ all’Everyman Espresso, a Manhattan. La ricetta: 7,5 oz. d’acqua tonica Q versata sul ghiaccio e poi completata da un doppio shot di espresso. Al Paper Plane Coffee, aperto nel 2019 da Jonathan Echeverry a Montclair, in New Jersey, servono diversi twist in cui il caffè è protagonista e va a sostituire la parte alcolica: dalla ricetta del Moscow Mule, in cui la vodka è rimpiazzata dall’espresso, al Cold Fashioned, che utilizza caffè cold brew al posto del whiskey, e c’è anche una variante del Mojito ribattezzata Coffito, con lime fresco, zucchero, menta, Sprite ed espresso.

Nel settore birra, dominato da tanto tempo dagli uomini, si assiste ora a una forte presenza femminile, con più di un’impresa fondata da donne e rivolta a un pubblico femminile. Celeste Beatty (classe 1964) è stata la prima donna di colore ad aprire un birrificio negli Usa. Era il 2000 quando lanciò Harlem Brewing. «Ci dicevano – racconta la Beatty – che non c’era spazio per le nostre birre, definite troppo etniche e non commerciabili». Oggi si fa un gran parlare del Birrificio Talea Beer, il cui nome nasce da una crasi delle prime lettere di Tara Hankinson e LeAnn Darland. Quando a Brooklyn erano in cerca di finanziamenti per fondare il loro primo birrificio, rivolto soprattutto al palato delle donne, Tara e LeAnn si scontrarono con lo scetticismo di diversi investitori, che rimarcavano come le mogli non bevessero birra e, quindi, presagivano un sicuro fallimento. Ma si sbagliavano. Talea Beer debuttò nel 2021, e da quel momento ha visto solo successi. Le entrate vengono per il 75% dalle taproom e 25% dalle vendite all’ingrosso. Le più vendute nei loro 4 locali (2 a Manhattan e 2 a Brooklyn) sono Al Dente, pilsner stile italiano, la Ipa Sun Up Hazy e la Peachberry Punch Sour Ale. E ancora, fra i birrifici tutti al femminile ricordiamo anche Back Home Beer, che propone birre con ingredienti iraniani importati a New York da Zahra Tabatabai; Lady Justice Brewing di Aurora, Colorado; Bow & Arrow Brewing di Albuquerque, New Mexico; e Rhythm Brewing di New Haven, Connecticut.

Una navicella spaziale esplorativa che si è schiantata, un misterioso quanto proibito pianeta alieno tropicale e cocktail esotici rinnovati per l’occasione: sono gli ingredienti del bar-ristorante Mothership di Kory Stetina, a San Diego, California, progetto affidato al noto designer Ignacio “Notch” Gonzalez. Per realizzare un banco bar che somigliasse al quadro di comando di una navicella spaziale è stato chiamato Tucker Braga, che costruisce sintetizzatori. Nella cocktail list, affidata a David Kinsey e Juan Castañeda, troviamo drink come il Mindkiller, con rhum Hamilton Navy Strength West Indies, rhum giamaicano White Overproof, amaro Meletti, ananas, mandarino, lime, cocco e cordial Tang. C’è perfino una colonna sonora originale, composta da Justin Pinkerton in esclusiva, disponibile anche su vinile.

Il famosissimo, pluripremiato mixologist londinese Ryan Chetiyawardana, noto come “Mr. Lyan”, ha aperto nella palestra del lussuoso hotel Riggs, a Washington, il piccolo esclusivo The Dishonesty Bar, con soli 8 posti a sedere (12 stando un po’ stretti). Non c’è un vero bar e nemmeno un barista che preparerà i suoi cocktail ai clienti: in questa stanza privata con sofà cremisi, tende e carrello bar attrezzato con mixer, è sottinteso che gli ospiti miscelino e versino da sé i drink. Su una parete troviamo 23 armadietti retroilluminati (si aprono con una chiave dorata a forma di leone), che ospitano liquori costosi: rhum El Dorado 25 anni, whiskey Yamazaki 12 anni, cognac Hennessy Paradis, tequila Don Julio 1942, cognac Frapin 1979, solo per fare qualche nome. I bartender del Silver Lyan (che sta proprio di fronte) si occupano di dare una controllata ogni tanto e possono solo portare cibo. La fee di ingresso parte da un minimo di 500 dollari, più tasse e servizio. E la bottiglia, se non finita, può essere portata via. «È come organizzare il vostro party in una stanza d’hotel», osserva Vlad Novikov, general manager del Silver Lyan.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome