L’immagine di Agostino Perrone che versa il suo celeberrimo Connaught Martini con il braccio alzato e l’altra mano a esprimere gli olii essenziali di una scorza di limone, è ormai una fotografia della miscelazione contemporanea di altissimo profilo. Perrone ha contribuito a innovare questa stessa miscelazione in prima persona, quando nel 2008 dalla sua Como era stato chiamato a Londra e gli erano state affidate le chiavi del Connaught Bar, allora in apertura.
Fu una piccola, poi divenuta gigantesca rivoluzione, che Perrone ha condotto insieme a Giorgio Bargiani, oggi assistant director of mixology, e Maura Milia, ex bar manager recentemente volata verso altre coordinate per una nuova sfida personale (leggi Maura Milia e l’addio al Connaught Bar: «In Messico per una nuova fase della mia vita»).
L’ospitalità dell’albergo di extra-lusso che incontrava la creatività, il brio, perché no anche una sana dose di sfrontatezza che il trascorso da flair bartender aveva lasciato nel Dna di Perrone. I risultati parlano da soli, sia quelli personali (innumerevoli, incluso il recente Best International Bar Mentor agli Spirited Awards 2023 di Tales of The Cocktail) che quelli del bar, eletto come migliore al mondo nel biennio 2020-2021.
Oltre 15 anni di esperienze, storie e ricette
Gli oltre quindici anni di esperienze, storie e ricette del Connaught Bar sono da pochissimo disponibili in forma stampata, nel The Connaught Bar: Recipes and Iconic Creations, edito in Italia da Phaidon (34.95€). Cento ricette simbolo della filosofia e dello stile Connaught, in un volume firmato da Perrone, Bargiani, Milia e la storica del bere Anistatia Miller, con la prefazione di Massimo Bottura.
Ingredienti scritti e raccontati, sia liquidi che aneddotici, con le storie delle personalità (spesso decisamente influenti) che si sono alternate nella splendida sala del Connaught in questi ultimi tre lustri: foto di qualità (lo stesso Perrone si è formato come fotografo), un’appendice dedicata alla guida di attrezzature, bicchieri, distillati, e 120 ricette per le preparazioni necessarie alla realizzazione dei cocktail (infusioni, sciroppi, shrubs e guarnizioni).
Il perfetto mix di creatività e arte dell'accoglienza
«I cocktail sono sempre stati un veicolo di espressione della nostra creatività», racconta Perrone, «di scoperta, e del senso dell’accoglienza che condividiamo al Connaught. Questo libro celebra questa cultura che abbiamo costruito insieme e che vogliamo continuare a condividere con chi ci visita, rendendo le persone parte integrante del nostro percorso, che sia davanti a un drink o davanti al libro».
Tutti i cocktail che hanno fatto la storia del bar sono lì: il Connaught Martini, ormai patrimonio mondiale, lo Champagne cocktail Fleurissimo, il Number 11, ispirato all’Action Painting di Jackson Pollock, oppure l’Eclipse, il drink servito in un bicchiere bianco e nero per ingannare i sensi. Ciascuno arricchito da aneddoti, storie e ricordi, come chiosa Bargiani: «Le ricette diventato veri e propri racconti. In questi cento cocktail si trovano lo sviluppo e l’evoluzione di uno stile di fare mixology che non ha mai smesso di progredire e al contempo è sempre rimasto fedele all’etica e all’accoglienza del Connaught».