Nell’anno del bicentenario di Angostura, abbiamo incontrato a Roma sia Danyiel Jones, brand ambassador internazionale dell’iconico bitter di Trinidad e Tobago, sia Samuele Fazio Boerci, direttore commerciale della D&C, azienda che distribuisce il marchio in Italia, insieme a un ricco portfolio di champagne, vini, spirit e bar food. E se il primo si presenta con un look che mescola uno stile hipster con elementi caraibici, il secondo segue perfettamente le regole del vestire casual-chic italiano, elegante ma non affettato.
Partiamo da Danyiel Jones, per dovere di ospitalità in Italia. Nel raccontare la forza dell’Angostura il suo entusiasmo è tangibile. «Quest’anno Angostura festeggia i 200 anni ed è una pietra miliare per noi. È un bitter che non può mancare in nessun bar, perfino in casa: chi ama preparare drink come l’Old Fashioned non può non averlo in bottigliera. Per noi di Trinidad è una questione di heritage, fin da bambini siamo abituati a mettere qualche goccia di bitter, perfino sul gelato». E se la storia ci racconta che l’Angostura, come molti bitter, è nato come medicina, nel tempo è diventato quello che Jones definisce «uno strumento alcolico per bilanciare qualsiasi cocktail». Oltre all’Angostura, Jones ci ha introdotto ai rum del suo paese, eleganti e potenti. Tutti da 40 gradi, ma distillati secondo un grado di complessità differente, che cresce con la data impressa sull’etichetta, che evoca una data simbolo per l’azienda. Non può mancare 1824, la data di fondazione di Angostura.
Anche Samuele Fazio Boerci parte dal bitter di Trinidad e Tobago, per registrare un dato: «Per noi è un prodotto fondamentale, perché visto che come si diceva non può mancare mai nei bar, serve ai nostri 270 agenti sul territorio per stabilire il primo contatto con i clienti». Fazio descrive la D&C come un gruppo familiare, nato nel 1950 da sempre impegnato nella distribuzione su base multimerceologica, con una specializzazione in prodotti premium. «La novità - afferma Fazio - è che da quest’anno ci siamo strutturati in tre divisioni: una dedicata a champagne e vini, una esclusivamente agli spirits e una al food». È sugli spirits che D&C sta concentrando gli sforzi negli ultimi tempi. Lo dimostrano acquisti come Walter Iuliucci e Federico Leone, i due brand ambassador, che si sono suddivisi equamente l'Italia, Centro-Nord il primo e Centro-Sud il secondo. Due le strategie messe in campo da D&C per consolidare il mercato degli spirit: la prima è quella di distribuire prodotti in esclusiva nazionale; la seconda è puntare sul contatto diretto con i locali chiave e in questo i brand ambassador nazionali hanno un ruolo fondamentale.
Se le punte di diamante dell’azienda sono i due gin, il giapponese Etsu e l’italiano Più Cinque, fra le novità Fazio cita il Vetz, un aperitivo sweet bitter con 21 botaniche e bassa gradazione alcolica, e le toniche inglesi Franklin&Sons nel nuovo formato: «La linea in lattina di Franklin&Sons da 150ml, il dosaggio giusto per un Gin Tonic, sta avendo un grande successo anche perché risponde alle esigenze di smaltimento dei bar e a un’attenzione all’ambiente sempre più sentita dai baristi».
E poi c’è il lungo elenco di “vip spirits” che caratterizzano il portfolio D&C: dalla Tequila Cincoro prende il nome dai cinque fondatori che sono tutti giocatori Nba, al Sotol Nocheluna che vede dietro una superstar come Lenny Kravitz; sul versante europeo troviamo un Irish Whisky Old Oak, di cui Jean-Claude Van Damme è co-fondatore e arrivando sul suolo nostrano incontriamo l’attore Luca Calvani (recentemente impegnato con l’ultima stagione di "Cortesie per gli ospiti" su Real Time) che presenta il suo gin toscano Chrysum, caratterizzato fra le botaniche dalla presenza dell’elicriso, coltivato a Ca’ Maiore.