Un’azienda nata il 5 febbraio del 1900 che ha la forza di rinnovarsi, innovarsi, lanciarsi significa che ha una marcia in più. La Latteria Soresina, oggi presieduta da Tiziano Fusar Poli, nata nel cremonese e mandata avanti dalla forza di 200 allevatori che producono soltanto latte da allevamenti della zona, ha inaugurato il primo Italian cheese caffè. Non poteva che essere a Milano, peraltro nel cuore della movida di via Tocqueville, e all’esterno dei nuovi palazzi che danno lavoro a centinaia di persone.
Lo spazio creato col sostegno creativo dell’agenzia Allways di Pordenone è aperto dalle 8 alle 21. Insomma, colazione, pranzo e apericena. Forte dell’essere il primo produttore al mondo di Grana Padano, di essere al top della produzione del burro fatto di panna fresca di latte (ricordate l’ionica scatola gialla?) e di aver creato un business sul provolone, altro prodotto di punta della cooperativa, Soresina ha approfondito il tema creando un marchio, con prodotti realizzati da piccole aziende artigianali, accanto al core business dei formaggi: Goodurie Soresina. Nelle mensole si trovano sottoli, maionese, riso, confetture, taglieri e coltelli. Gran qualità. «E l’idea è quella di pensare per Natale un panettone realizzato col nostro burro di qualità», racconta Antonio Pavone, responsabile del progetto. Il primo in Italia. Ma non sarà l’unico. «Perché nel 2025 apriremo un secondo Italian Cheese Cafè ancora a Milano, zona sud e poi capiremo come portare avanti il progetto in altre città».
Che cosa si mangia
Sedersi al Goodurie è un’esperienza. Innanzitutto di alto livello. “Etica, genuinità e passione” è il claim della cooperativa, che ha scelto una musica di jazz di sottofondo che viene alternata con gli annunci di una speaker legati ai prodotti e alle iniziative di Soresina.
Il banco frigo vende tutto ciò che soddisfa gli amanti della formaggeria: burro, latte, yogurt, mascarpone, Grana Padano e anche Parmigiano Reggiano. Un piano che gira in continuazione mette in evidenza alcuni formaggi tipici, gli altri sono nel banco come in una classica salumeria, accanto a salami cremonesi, prosciutti vari, coppe e mortadelle. Perché non si può mangiare solo e soltanto formaggi.
Il settore colazioni, realizzato con il Panificio Generali di Cremona, rigorosamente col burro Soresina, ha cornetti, crostate, torte, biscotti.
L’esperienza è in tavola: taglieri da cinque formaggi o tre formaggi e tre salumi. Di tutte le regioni italiane. Con ottimi vini in abbinamento. «È stata fatta una selezione accurata», spiega Pavone. Assolutamente sì: c’è la Cascatella trevigiana, l’Asiago prestato, il Fiore sardo, il Montasio Dop, la Fontina, il Monte veronese, la Toma piemontese, il Pecorino romano e sardo, il Bra, il Castelmagno, il Bitto, il Quartirolo, il Primosale, lo Stracchino, il Taleggio, il Gorgonzola, il Caciocavallo. Ma questi formaggi vengono pure inseriti nei piatti della cucina, dai primi, occhio a gnocchi e Macchebbuoni, al Patapollo, ai sandwich, all’omelette Omero, al piatto Cinque Sensi all’insalata Raperonzola o alla Io che Farrò. Fantasia e creatività che può attirare il cliente. Con 20-25 euro si mangia e si esce soddisfatti. Dall’esperienza.