Ha fatto la storia, a suo modo, il 1930 di Milano, primo speakeasy della città e presenza fissa nei World's 50 Best Bars per cinque anni consecutivi (50° alla scorsa edizione, miglior piazzamento al 20° posto nel 2020), capace di portare in città una miscelazione di estrema ricerca e per primo impostare un'aura di servizio eccellente, esclusività e segretezza che divenne un tam tam impressionante, quando aprì nel 2013.
Non si dovrà più attraversare quel minuscolo negozio di chincaglieria cinese, per accedervi: quei due piani ricavati da un ex panificio hanno chiuso i battenti, simbolicamente salutati da un mercatino che il gruppo Farmily, di cui il locale fa parte, capitanato da Flavio Angiolillo e con Fabio Benjamin Cavagna come bar manager, ha indetto poco più di una settimana fa, visitato da centinaia di visitatori affezionati (questioni di affitto e mura, stando alle voci che si inseguono).
Si parla ancora al presente però, ed è tempo di un nuovo capitolo: il 1930 rivive altrove, al piano inferiore del MaG La Pusterla, altra insegna del gruppo Farmily. E lo fa in grande spolvero, con il team di Cavagna che si rifà trucco e guardaroba, rimettendo a lucido quella che era forse diventata un proposta leggermente polverosa e non più approcciabile. Via i panciotti e i gilet d'ordinanza, dentro eleganti divise firmate Loro Piana dai toni rossicci, perfetti per combinarsi con il contorno di mattoni crudi che questa nuova casa, più piccola ma più contemporanea, offre.
Un piccolo, ma stupendo bancone in marmo troneggia nella piccola sala d'ingresso costellata di tavolini rifiniti, con una solida parete a dividerla dalla camera per fumatori e ascoltatori di musica: è qui che si trova infatti un jukebox d'antan, perfettamente funzionante e nutrito di vinili che ruoteranno ciclicamente.
Due le novità principali e più importanti. Una forte sinergia con la cucina di MaG La Pusterla, già apprezzata di per sé, che permetterà al 1930 di proporre una carta food di qualità (sontuosi comunque erano i burger della vecchia location); anche la drink list inaugurale, suddivisa come un menu di ristorante in portate, racconta di quelli che possono essere definiti gastrococktail, come l'Affogato al caffè che presenta del gelato al panettone, o un'interessante miscela addirittura servita con dei tortellini, da mangiare con cucchiaio apposito.
Seconda, e tutt'altro che irrilevante novità: ferme restando 193 tessere elargite agli ospiti più assidui e affezionati, che potranno prenotare, il 1930 perde il mantello di segretezza (per la verità già smarrito negli ultimi anni) e apre definitivamente al pubblico generale. Sarà sufficiente attendere al MaG La Pusterla che si liberi un posto al piano di sotto. L'atmosfera è quella dei bei primi tempi, a visitare Cavagna e il gruppo nei primi giorni di nuova apertura. L'aria esclusiva è rimasta intatta, sembra quasi ringiovanita, come se la coltre dell'esperienza, dei riconoscimenti internazionali e del clamore avesse forse appesantito il servizio nel corso del tempo ma adesso non si vedesse l'ora di tornare a fare bene. E riuscirci, soprattutto, perché anche in una notte gremita, in concomitanza con l'ultima edizione dei Barawards, il 1930 è una macchina già più che ben oliata. Forse già pronta per altri dieci anni di successi.