I clienti mangiano circondati da oggetti, prodotti gourmet e libri di cucina. Siamo al Cucchiaio di Legno a Milano, apripista di un nuovo modo d’integrare vendita e ospitalità
La ristorazione si fa largo. Basta vedere come le insegne della grande distribuzione stanno interpretando in chiave espansiva la loro mission alimentare, spaziando dall'asporto alla somministrazione con corner o punti dedicati. Stesso discorso per il piccolo dettaglio alimentare dove “vendere” dei prodotti non basta più. Emblematico il modello de Il Cucchiaio di Legno in via Ponte Vetero 13 a Milano, creato appena un anno e mezzo fa dai coniugi quarantenni Mauro e Barbara Magnoni, un eat &shop elegante posizionato in area “strategica” (tra Brera, corso Garibaldi e il Teatro Strehler), dove oggettistica, cucina e cultura del cibo convivono senza conflitti di interessi e che di recente, in quel di Chicago, si è aggiudicato il prestigioso Global Innovator Award 2008 (premio internazionale attribuito ai punti vendita dei cinque continenti che ogni anno si evidenziano per eccellenza e innovazione).
Il Cucchiaio di Legno, ovvero, un punto vendita con un menu nutrito e un calendario fitto fitto?
Sì effettivamente - conferma Mauro Magnoni - offriamo oggettistica da taglio e da cottura di qualità (Global, Berti, Zani&Zani, Riedel, Zak, Joseph & Joseph, Lekuè, Emile Henry, Staub, tanto per fare dei nomi), prodotti alimentari eccellenti (salumi di cinta senese, cioccolato Domori, chutney di Alpe Pragras, pasta di Gragnano, pelati La Monticella) e specialità gastronomiche griffate (Davide Oldani, Moreno Cedroni, Massimiliano Alajmo, Gualtiero Marchesi ecc.). Ma, nel nostro piccolo spazio cerchiamo di far vivere sia i prodotti sia gli oggetti. Per questo organizziamo incontri, cene a tema, corsi di cucina, degustazioni (di recente ne abbiamo ospitata una di agnello scozzese organizzata da Food for Britain). Da poco abbiamo aggiunto inoltre la possibilità di degustare i nostri piatti a mezzogiorno, in negozio (dove abbiamo un tavolo con 12 posti), oppure d'asporto in eleganti lunch-box. E al banco ci sono pure sandwich e panini sfiziosi.
Da dove è nata l'idea di creare uno spazio dalle molteplici funzioni come il vostro?
La mia famiglia possedeva un negozio di oggettistica per la casa da più di 60 anni, ma in tutt'altra zona di Milano. Nel corso degli anni notavo sempre più spesso che per vendere la cucina e la tavola mi toccava parlare tanto di cibo. Oggi forse avviene proprio il contrario, si vende il cibo attraverso gli oggetti e il design.
Spaziando dalla vendita al dettaglio alla ristorazione come vi siete organizzati nella gestione?
Purtroppo, siamo solo in quattro. Io e mia moglie Barbara (che si occupa soprattutto della comunicazione) selezioniamo i prodotti da mettere in vendita e studiamo anche i modi per riproporli in forma di degustazione o incontro ad hoc. Poi c'è il giovane (23 anni) e talentuoso chef Andrea Valentinetti (con esperienza a Le Calandre e da Peck) che crea i nostri piatti all'insegna di una cucina italiana semplice, leggera, poco cotta e profumata (ad esempio: spaghettino freddo con tartare di manzo, aneto e polvere di caffè, oppure, fiori di zucca ripieni alla ricotta con purea di cipolle di Tropea). Il menu cambia quasi giornalmente e i piatti sono tutti preparati al momento con materie prime freschissime e di alta qualità. Infine il jolly, Maurizio Berti (30 anni) che segue il banco del fresco, dai salumi ai formaggi, dalle centrifughe di frutta e verdura alle tartare di carne e pesce crudo.
Una rivoluzione che è stata compresa dal vostro target tradizionale di clientela?
Bisogna tenere conto che il nostro cliente di riferimento è l'appassionato di cucina - prosegue Barbara Magnoni - con un identikit ben preciso: uomo o donna tra i 30 e i 45 anni, preparato e attento, sensibile al buon gusto e al buon design con tanta voglia di provare. Tenga conto che i nostri piatti costano dai 7 euro in su, quindi prezzi decisamente accessibili anche all'ora di pranzo.
A livello autorizzatorio quali passi avete fatto per essere in regola?
All'inizio avevamo una licenza di vendita per l'oggettistica, poi è stato necessario conseguire l'abilitazione professionale sia per la vendita degli alimentari che per la somministrazione, oltre alle varie licenze comunali. Lo store rispecchia la polifunzionalità del business: in tutto sono 180 mq di cui 30 di cucina e 70 tra esposizione e posti a sedere al piano terra. Altri 80 mq si trovano al piano inferiore con il laboratorio e il magazzino.