L’estate è in arrivo. Con essa, le maniche corte, i ventagli delle signore, i sandali con calzino, le infradito, i prendisole ecc. All’arrivo dei primi caldi cambiano, naturalmente, anche le soluzioni per accogliere la clientela. Entrano in gioco i bicchieri tiki, i drink a vocazione stagionale, gli immancabili premix, la frutta servita in mille modi, i cocktail millecolori ecc. Una realtà che i 12 locali in gara alla nona edizione del Summer Eat & Drink Festival, competition organizzata da Rg Commerciale in collaborazione con Compagnia dei Caraibi, hanno dimostrato di conoscere molto bene.
Un’edizione speciale quella di quest’anno grazie al nuovo format che ha puntato i riflettori, più che sul singolo bartender, sui locali nel loro complesso, ai quali è stato chiesto di proporre un piccolo assaggio delle loro qualità in linea con il tema della sfida “Condividi l’identità del tuo locale”. Il tutto sotto gli occhi di una giuria coi fiocchi formata da Dario Comini, patron del Nottingham Forest di Milano, Francesco Pirineo, head brand ambassador di Compagnia dei Caraibi, Simo Pastu reporter di Zero.eu, Claudio Burdi giornalista di Leggo, Allan Bay, giornalista enogastronomico e Danilo Bellucci, organizzatore di eventi. Tante le tendenze emerse a partire da un certo gusto per uno stile miscelazione classico, un po’ retrò. Come quello dell’American Bar Biffi di Cagliari, locale con 38 anni di tradizione e una proposta aristocratica come “Tè del Deserto”, drink a base di tè verde, vermouth dry e lime.
A proposito di tradizioni e incroci culturali va messo in evidenza anche il blend di caffè verde e distillati d’oltreoceano de La Drogheria di Licata (Ag). Il loro “Fiore Selvaggio”, mix di Tequila, caffè e spezie, merita un applauso per aver saputo fondere con intelligenza due componente cruciali del mondo bar: quella della miscelazione con quella caffetteria. Dalla Sicilia al Piemonte il passaggio non è breve: dall’inventiva de La Drogheria si passa al rigore sabaudo dell’Inside di Torino. Qui risiedono concretezza, attenzione per ogni particolare e amore per l’essenziale. Come dimostra il loro “Carlo portami un lampone” a base di Carlo Alberto Vermouth Dry, Porto bianco, sciroppo di lamponi. La tradizione degli acquavitari, antenati partenopei dei barman del diciannovesimo secolo, si fa viva in un drink davvero speciale, “Nzogna e Peppa” dell’Archivio Storico di Napoli. Qui la ‘nzogna, il grasso animale napoletano, è interpretato in forma liquida attraverso un’infusione a freddo di burro nella vodka, unito a lime, succo di limone di Sorrento, zucchero aromatizzato con salvia e rosmarino, liquore al peperoncino, pepe e sale. A proposito di erbe e di sensazioni olfattive la proposta del Surfer’s Den di Milano si identifica immediatamente ne “Le Capucine”, drink con mezcal, succo d’ananas, lime, sciroppo d’agave, sale affumicato, foglie e fiori di nasturzio. Parliamo di combinazioni o di drink multingredienti e qui spicca il To-New York di Rovereto (vincitore categoria food pairing, sponsorizzato da Ballarini) con il suo “Picked Pepper”: marmellata di peperoni e peperoncino, orzata, lime e gin, abbinate a scaglie di grana e peperoncino. Con il My Lounge di Cesana Brianza (Lc), locale vincitore del Summer Drink & Eat Festival, si ritorna con i piedi per terra grazie a un twist del drink più dissettante e “venduto” per eccellenza: il Gin Tonic chiamato “Aristocratico” e presentato alla giuria a suon di violino, ingloba oltre a gin e tonica, una riduzione di erbe, unite a Chartreuse verde, Braulio e Branca Menta. Top a base di bourbon.
L’amore per i classici
La ricerca sui classici prosegue al Kiosko Stiss di Biella. Centro pulsante del loro menu, il Mai Tai in versione “Mai Tai Kiosko”, che abbina passion fruit, falernum, assenzio e menta, assieme al Rum Plantation e lime. Il tutto servito in un bicchiere molto speciale.
I 12 locali hanno mostrato nelle loro presentazioni una spiccata personalità sia nello stile di servizio, sia nelle ricette e nella cornice scenografica. A tal proposito spettacolare quella del Niji di Roma, non a caso insignita dal premio all’originalità di RG Commerciale, tutta giocata sullo storytelling con racconti di fantasia per ognuno dei cocktail della casa. Come quello del missionario caduto rovinosamente davanti al locale “Missionary’s Downfall”: qui con mezcal, Tequila Corralejo, lime, ananas. La personalità del locale può assumere forme diverse, anche quelle di un bicchiere o di un calice. Gianni Dell’Olio e Francesco Di Gioia di A’Barraca di Bisceglie (Bat), tra gli alfieri del Drink Team di Bargiornale, hanno presentato il loro miscelato in un originalissimo bicchiere di carta, vero “must” di ogni chiosco da spiaggia che si rispetti. Il loro “Nido delle Vergini”- gin, lime e un premix di agrumi - dovrebbe essere diffuso sulle spiagge italiane più delle noci di cocco.
Gioco di squadra
Non sono passati inosservati con le barbe lunghissime e l’abbigliamento da rider Andrea Calore e Max Morandi dello Small Batch di Abano Terme (Pd), anche loro protagonisti del nostro Drink Team, autori di “Gioco di Soccia”: rum, sour aromatizzato al pompelmo, miele al tartufo, vanilla bitters. Entrambi uniti e compatti come la squadra del Bootleg Blender di Roma che nel suo “Carosello” ha messo l’amore per l’italianità e la classicità. Si tratta infatti di una variante del Mi-To con bitter, vermouth, liquore al rabarbaro, imone, salvia liqueur. Per la cronaca, infine, il Premio Speciale Musetti è andato a Drogheria, Surfer’s Den e Small Batch.