Vanessa Vialardi del Soho 23 di Torino è la Martini Barman Idol 2012. A decretarlo una giuria, presieduta da Agostino Perrone “The Martini Magician”, che ha premiato l’essenzialità
Lo spettacolo in Terrazza Martini a Milano è stato fuori dall’ordinario. Non ci sono stati fuochi d’artificio, miscele fumanti, bacche dell’altro mondo o artefici vari. È stato straordinario perché, per un volta, ha vinto l’essenzialità. Il trionfo di Biancaneve su Lady Gaga. Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso 11 settembre si sono sfidati cinque professionisti del cocktail selezionati tra oltre 400 candidati. Le prove del Martini Royale Contest sono state due: 10 Martini Royale in 12 minuti e un’interpretazione personale dell’aperitivo. Lorenzo Vrenna del Café Paris di Bologna ha elaborato una variante d’ispirazione asiatica, dal profumo intenso di zenzero fresco, chiamata Martini Oriental. Per il suo Cinapple Lorenzo Santini dell’Oibò di Firenze ha giocato invece sugli aromi di mela verde, cannella e ginger. Marco Loda del Caffi Boutique 1972 di Soncino (Cr) ha allestito una scenografia hollywoodiana per il Royale&Ginger, drink che combina Martini Bianco, Prosecco, liquore ai fiori di sambuco e ginger beer. Christian Sciglio del Morgana di Taormina ha puntato sull’eleganza aromatica dei prodotti del territorio, pestando anguria a cubetti e fichi per il suo Woman Free. Al termine della gara è stata eletta Martini Barman Idol 2012 Vanessa Vialardi della squadra del Soho 23 di Torino. La sua Passion Royale è una ricetta easy, facilmente replicabile, che strizza l’occhio al grande pubblico (vedi riquadro sopra). Niente elucubrazioni, voli pindarici, macchine del fumo o macchine del tempo: solo una base di facile presa (Martini Royale), un aroma (passion fruit) e una shakerata. La giuria in cui sedevano oltre a Bargiornale, i responsabili di Martini e il presidente Agostino Perrone, “The Martini Magician” del Connaught di Londra, ha attribuito a Vanessa Vialardi il miglior punteggio in entrambe le sfide. E per una volta, pubblico in sala e giuria, sono stati d’accordo. Che ne dite, c’è da preoccuparsi?