Un luglio bagnato, quello appena trascorso. Ma solo per le piogge che hanno tormentato per buona parte del mese ampie regioni della Penisola, non certo per il mercato beverage. Il comparto del fuori casa, infatti, ha registrato una nuova flessione dei consumi, sia di bevande sia di food, come illustra la società di ricerche Formind nel suo report, elaborato incrociando i dati di consumo, raccolti nei singoli punti vendita con lo strumento Mindforhoreca, e le preferenze dei consumatori, monitorate attraverso le indagini de La Piramide dei Consumi.
I dati dello studio dicono che il comparto beverage ha subito un calo del 2,78% in termini di volumi rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, accompagnato da una flessione del fatturato dello 0,76%. Un calo importante, al quale hanno dato un buon contributo le pessime condizioni climatiche che hanno caratterizzato il mese, che certo non hanno invogliato gli italiani a uscire di casa. Un calo, soprattutto, che ha interessato tutte le tipologie di prodotto, dove a soffrire di meno è stata la categoria degli spirit, che ha contenuto la flessione dei volumi a un -0,6%, registrando anzi una crescita a valore dell’1,8%, e tutti i sottocanali.
Ad attenuare la delusione aiuta la considerazione che la flessione è calcolata con riferimento al luglio 2015, che aveva fatto registrare un boom dei consumi ed entrato nella storia come il mese più caldo dal 1880 in Italia, che a sua volta seguiva quello del 2014, anno pessimo sia per consumi sia per clima.
Fatto sta, che con lo stop di luglio il mercato del beverage, per la prima volta da inizio anno, segna un andamento negativo in termini di volume. La contrazione interessa tutti i canali, con la sola ristorazione sugli stessi livelli dello scorso anno. Restano positivi, invece, i trend a valore in tutti i canali, ancora con la ristorazione a fare meglio (+1,61%), e per diverse categorie di prodotto, come gli spirit, cresciuti del 2,48%, e vino e birra che si mantengono sui valori dello scorso anno.
Crollo del food service
Molto pesante la caduta del comparto food service, con consumi giù del 4,8% a volumi e del 4,63% a valore. Perdono tutti i prodotti, mentre tra i locali a tenere è solo la ristorazione classica. Anche in questo caso il dato si è ripercosso sul progressivo, ora sotto dell’1,37% in termini di volume e dell’1% in fatturati, rispetto ai primi 7 mesi del 2015. Dall’inizio dell’anno l’unico canale in positivo è quello della ristorazione gourmet.