La moda americana degli skinny cocktail approda in Italia. Un fenomeno a cui prendere le misure. A cominciare dall’apporto calorico di spirit, vini e birre
Negli Stati Uniti, da tempo ormai, esistono i menù “intelligenti” che indicano la quantità di calorie per ogni piatto presente e, presto, arriveranno anche le liste con le indicazioni su come fare per smaltirle. La lotta alle calorie ha contagiato anche il mondo dei bartender. E gli skinny cocktail, a ridotto regime calorico, hanno fatto capolino nelle liste di noti bar, da Denver a Washington DC. La moda si è diffusa anche a Londra. Di recente il Library Bar dell'esclusivo club Electric House ha presentato due skinny esclusivi: il Grey Goose Le Finz, con lime e soda, e il Vohito fatto con vodka, sciroppo di agave e menta. Il segreto per rendere più gustosi e ricchi di sapore questi cocktail “magri” è infatti di utilizzare spezie, come zenzero e cardamomo, o sostituire lo zucchero con dolcificanti a basso apporto calorico.
I puristi potranno pur storcere il naso, ma si tratta di una tendenza con cui iniziare a prendere le misure in vista anche di mode più allarmanti come la “drunkoressia”, uno strano e pericoloso comportamento alimentare diffuso particolarmente fra le adolescenti: mangiare sempre meno fino a digiunare per arrivare a stomaco vuoto all'ora dell'happy hour, dove poi ingurgitare cocktail alcolici senza freno.
Quante calorie servi?
Il blog statunitense Lifehacker ha pubblicato
una guida grafica alle calorie delle bevande alcoliche. La guida, postata originariamente
da Greatist.com, è stata ripresa poi dall'italiano Intravino. Da quanto si legge nell'infografica originale un bicchiere
di rosso (5 oz) di buon corpo alcolico (14%) vale circa 120 calorie. Un bicchierino (1,5 oz)
di distillato sfiora, o supera, le cento calorie.
Ma sono le birre che ottengono curiosamente
i punteggi più alti. Il che si spiega se si considera
il bicchiere preso come riferimento (12 oz).
Perché le calorie sono direttamente proporzionali alle quantità consumate (servite).