Emblema della miscelazione caraibica di scuola inglese, il noto Rum Punch si prepara con i rum scuri tradizionali, ma oggi il mercato offre ai barman infinite alternative e sfumature di gusto.
La miscelazione caraibica, o per essere geograficamente più corretti, quella delle Indie Occidentali Britanniche, segue molto spesso la prima regola non scritta dei cocktail moderni: la ricetta classica dei punch. Cinque ingredienti e dosaggi che sono i capostipiti di innumerevoli famiglie di cocktail: “One of sour, two of sweet, three of strong, four of weak. Spice”. In questo caso la parte “sour” è data il più delle volte dal succo di lime; quella dolce dallo sciroppo di zucchero o dalla granatina; il distillato è il rum, sia esso chiaro, scuro o entrambi; la parte leggera sono i succhi di frutta o l’acqua derivante dalla diluizione. La nota speziata che ricorre in diverse ricette è la noce moscata, che cresce rigogliosa in gran parte di queste isole. Non è raro però incombere in altre spezie quali zenzero, chiodi di garofano, vaniglia oppure cannella. Uno degli esempi più noti di questo tipo di miscelazione è il “Barbados Rum Punch”, composto da succo di lime, zucchero, rum Barbados (come Mount Gay o Four Square), un dash di bitter aromatico e un pizzico di noce moscata.
Sulla stessa linea a Trinidad e Tobago il punch si serve con rum scuro locale (molto popolare oltre alla distilleria di Angostura anche il Fernandes Black Lable), succo di lime, sciroppo, acqua e gocce di bitter. La filosofia “tiki” non ha attecchito grazie a un turismo tipicamente inglese, distante da questa invenzione americana; non c’è tuttavia da stupirsi nell’incombere di drink come il “Bahama Mama” con Rum, latte di cocco (o, più spesso, Malibu), Kahlua, succo di lime e di ananas.
Local drink
Vi sono poi alcune distillerie che hanno abilmente fatto proprie ricette tipiche del luogo: è il caso di Pusser’s Rum delle Virgin Islands con il “Painkiller” o del bermudiano Gosling’s con il “Dark n’ Stormy”. Le abitudini degli abitanti locali sono variabili da un luogo all’altro, poiché le stesse popolazioni sono molto differenti. Ce lo racconta Daniele Biondi, ambassador di The Authentic Caribbean Rum (ACR), un progetto internazionale Wirspa che si occupa di selezionare attraverso un disciplinare molto rigido i Rum dell’area caraibica (acr-rum.com).
Tipi chiari e scuri
«Come massima popolare - spiega Daniele - è abitudine dire che più scuro sei di pelle più chiaro bevi il rum, e viceversa. In Giamaica ad esempio lo bevono molto chiaro e ad alta gradazione, spesso liscio o con ghiaccio. Per le nostre abitudini non è certamente molto appetibile però non bisogna lasciar mai scoraggiare la creatività dietro il banco perché una giusta diluizione, un po’ di sciroppo di zucchero e un bitter aromatico possono dar luogo a un drink semplice, che racchiude in sé tutta l’anima e la cultura di ognuna di queste terre lontane.
Il grande vantaggio di questo tipo di distillato è la varietà delle sue possibili declinazioni: dai bianchi “full proof” ad alta gradazione come il giamaicano “Wray & Nephew” agli scuri distillati in alambicchi in legno come il “Pusser’s” delle Isole Vergini, passando per prodotti più freschi e non invecchiati come un “Angostura 3 years” di Trinidad. O ancora, tornando in Giamaica, con gli speziati di “Appleton Estate” e “Worthy Park”. Giocare con queste differenti note aromatiche e gradazioni, unirvi poi la preparazione e la tecnica che abbiamo in Italia può essere molto stimolante e portare a tanti e particolarmente piacevoli risultati».
Ricetta per 20 persone
Rum Punch
Ingredienti
70 cl Authentic Caribbean Rum
1 litro acqua
500 g zucchero semolato
40 cl succo di limone
1 cucchiaino di bitters
Preparazione
Portare l’acqua a bollore e versarla in una grande bowl, sciogliervi lo zucchero. Mescolare gli ingredienti rimanenti. Raffreddare e servire, con una spolverata di noce moscata. Per un drink più leggero, aggiungere un litro del succo di frutta (tropicale) preferito.