L’arte ispira l’arte e anche la miscelazione non sfugge a questa regola. Se, però, è più meno comune che un bartender si ispiri a un’opera d’arte per creare un suo cocktail, che cosa succede procedendo in maniera inversa, ovvero se è un’artista a trarre ispirazione da un cocktail per realizzare una sua opera? E, soprattutto, le sensazioni provate dall’artista e tradotte nel suo quadro saranno le stesse che proverà anche un’altra persona che beve lo stesso drink?
È partendo da queste domande che Remy Savage, head bartender del Little Red Door di Parigi, locale incluso nella lista dei World's 50 Best Bars, ha lanciato The evocative menù, “il menù suggestivo”, una carta di cocktail attraverso la quale esplorare la potenza dei sapori e la loro influenza evocativa sui sensi. Un menù davvero singolare, per un’esperienza unica, nel quale gli undici drink che compongono la carta non sono riportati con nome e ingredienti, ma rappresentati da opere d’arte (nella gallery in fondo all'articolo) appositamente realizzate da altrettanti artisti di fama internazionale.
A ispirare Savage la curiosità di sapere se i sensi possano innescare processi evocativi simili nella mente di persone diverse, curiosità che il bartender, ispirandosi all’atmosfera artistica che domina Marias, il quartiere parigino dove si trova il Little Red Door, ha deciso di esplorare attraverso le arti visive.
Undici artisti, Lapin Thur, Jeremy Wintrebert, Mohe, May-Lisa Lannoye e Vonkrissen, da Parigi, Tatiana Bilnova da San Pietroburgo, Améline Dewulf dal Belgio, Asis Cortes dal Messico, Kriss Platt da Belfast, Emily Chau da Hong Kong e Anonymous, sono stati invitati a provare i cocktail preparati da Savage e dal suo team, con la richiesta di catturare sensazioni, immagini, emozioni evocati dalle bevande e tradurle in un’opera d'arte, ognuno secondo il proprio stile.
Il risultato è appunto questo menù, che consente ai clienti del bar di scegliere il loro drink non dal nome o dalla lista degli ingredienti, ma sulla base delle sensazioni suscitate dall’immagine che lo rappresenta. Immagine che, però, raccoglie e interpreta l’esperienza degustativa fatta da un’altra persona. Insomma, un viaggio dal drink alla sua raffigurazione artistica di andata e ritorno. Il viaggio di andata è quello fatto dall’artista, che ha assaporato il drink e ha tradotto le sue impressioni in un dipinto. Quello di ritorno deve farlo il cliente che, partendo dalle impressioni evocate in lui dall’immagine, deve scegliere quale cocktail bere.
Il “menù suggestivo” include cocktail creati per essere al tempo stesso complessi, ma accessibili a tutti i consumatori, una gamma di proposte che include drink più rinfrescanti, leggeri o più spiritosi, più complessi e aromatici. Come il Cocktail no. 3, a base di erbe, fresco e fruttato, ma con la presenza di forti ingredienti francesi che creano un gioco di contrasti inusuale per un drink “tropicaleggiante”. Il risultato è un gusto agrodolce, con elementi di banana e assenzio. Una combinazione di ingredienti inusuali come camomilla, peperoncino e finocchio, si fonde invece con la morbidezza della vodka Ketel One, nel Cocktail no. 5, servito con un’allettante finitura vellutata. Nel Cocktail no. 10, invece, sono le botaniche del gin e l’uso di spezie ed erbe rare a evocare un Martini Dry con sapori di mare.
Sperimentazione e insieme gioco ultra raffinato, The evocative menù di Savage apre una nuova modalità di consumo: invita il consumatore a fare la sua scelta sulla base di schemi del tutto nuovi, senza lasciarsi influenzare dalla presenza di questo o quell’ingrediente, proponendo una nuova esperienza del bere. Un’esperienza unica, che può essere ulteriormente potenziata guardando l’immagine del cocktail mentre lo si degusta. Una via in linea con i più recenti risultati di un nuovo filone delle scienze neurologiche, la neurogastronomia, che studia la degustazione come attività multisensoriale e concepisce il sapore come risultato di una combinazione di processi e di sensazioni che coinvolgono tutti i sensi.
Per i clienti che non desiderano avventurarsi in una degustazione “alla cieca”, comunque, sul retro di ogni immagine del menù è riportata, in modo molto discreto, la lista degli ingredienti dei cocktail.
La gallery di The evocative menù