È tornato al suo posto il vaso extra large dell’Amarena Fabbri: sul tetto della portineria della sede storica di Fabbri 1905 nel rione bolognese di Bordo Panigale da dove, ormai da quasi 100 anni, accoglie gli ospiti dell’azienda.
Rimosso lo scorso agosto, per essere sottoposto a un’accurata opera di restauro, il ritorno del vaso “extra large” è stato celebrato con una cerimonia alla quale, insieme ai vertici dell’azienda e ai dipendenti, hanno preso parte le autorità civili e religiose, ma soprattutto tanti cittadini, a sottolineare il profondo legame tra Fabbri e la città di Bologna.
Cerimonia che, al tempo stesso, è stata anche l’occasione per festeggiare i 100 anni dello stabilimento. La costruzione del quartier generale dell’azienda fu avviata infatti nel 1914 per entrare in funzione nel 1919, dopo la fine della prima guerra mondiale. Nei primi anni Venti sul suo tetto fu issato il grande vaso, una gigantografia dell’iconico contenitore realizzato dal ceramista faentino Riccardo Gatti nel 1915 per custodire la mitica Amarena Fabbri.
Per il suo glorioso prodotto, destinato a diventare simbolo dell’azienda, oggi esportato in 110 paesi, ma anche icona del made in Italy, creato ispirandosi a una ricetta della moglie Rachele Buriani, Gennaro Fabbri, il fondatore dell’azienda, aveva infatti voluto qualcosa di unico e speciale. L’obiettivo era infatti “vestire” le amarene, che venivano commercializzate in damigiane, con un contenitore che potesse farle conquistare un posto d’onore nelle vetrine dei bar più eleganti d’Italia.
Dopo alcuni tentativi che lo lasciarono insoddisfatto, decise di rivolgersi al famoso ceramista Gatti che creò un vaso a fiori bianco e blu, ricco di richiami alla cineserie, tornata tanto di moda a inizio Novecento. Un capolavoro nel quale esigenza commerciale ed estetica si fondono alla perfezione, per quella che può essere considerata una riuscitissima operazione di marketing ante litteram.