Il processo di surgelamento di Orogel non garantisce solo la qualità dei suoi vegetali, ma anche la salvezza di un inestimabile patrimonio culturale. Il patrimonio culturale è costituito dagli antichi volumi custoditi nei depositi e nelle biblioteche di Forlì allagati nell’alluvione in Emilia Romagna.
In città acqua e fango hanno invaso l’archivio comunale in zona Cava e il seminario diocesano, nel quartiere San Benedetto. Così sotto le acque sono finiti numerosi antichi volumi di inestimabile valore, alcuni risalenti al Quattrocento. Volumi che il freddo può salvare.
Da qui la richiesta fatta all’azienda, tra i principali produttori italiani di vegetali surgelati, di offrire riparo ai volumi nelle sue celle. I volumi sono quindi stati accolti nel reparto congelamento di Orogel a Cesena, dove vengono surgelati e conservati a una temperatura di -25 °C.
«A sorpresa ho ricevuto questa richiesta dalle Belle Arti e dalla Biblioteca e volentieri faremo spazio nel nostro stabilimento ai libri antichi della Biblioteca di Forlì alluvionati negli ultimi giorni. La nostra fabbrica è abituata a conservare al meglio la qualità», ha raccontato Bruno Piraccini, presidente di Orogel, all’agenzia Ansa. Un’operazione che l’azienda svolge su frutta e verdura, che vengono surgelate a tre ore dalla raccolta. E che ora si rivela fondamentale per salvaguardare anche i preziosi volumi. Volumi il cui numero è destinato ad aumentare, in quanto sono attesi nuovi arrivi anche da altre località della regione invase dall’acqua.
«Mai mi sarei aspettato che questa procedura in velocità tornasse utile anche per il nostro patrimonio letterario, per il quale volentieri riorganizzeremo gli spazi in magazzino – ha aggiunto Piraccini -. A Pievesestina, una frazione a 4 chilometri da Cesena, abbiamo uno stabilimento all'avanguardia, totalmente computerizzato, che mantiene costanti le bassissime temperature e che per fortuna, nonostante sia a 800 metri dal fiume, non ha subito danni. Per protocollo interno, sia a tutela della salute dei lavoratori che delle produzioni, l'uomo qui non entra e non mette mano, e siamo pronti a fare la cura del freddo ai libri della Romagna».