Fabrizio Tacchi ci porta indietro nel tempo lungo l’affascinante storia degli amari. Quelli che oggi chiamiamo così sono prodotti relativamente recenti, nati solo alla fine dell’800, ma la loro storia è molto più antica, eredi degli elisir conosciuti fin dal medioevo che venivano prodotti con almeno un ingrediente amaro usato in gran quantità a cui si attribuivano straordinarie capacità medicamentose. E che vennero appunto sostituiti, con la nascita della moderna medicina a fine ‘800, nelle farmacie in cui erano venduti, da farmaci e prodotti chimici molto più efficaci nella cura dei malanni. E proprio per non disperdere queste conoscenze secolari, gli amari vennero addolciti con l’aggiunta di zucchero, e usati inizialmente per curare piccoli disturbi digestivi o dell’appetito, per poi spopolare nel secolo seguente come vere e proprie bevande spiritose, fino ad oggi, dove sono diventati una vera e propria molto apprezzata, oltre che diffusa, categoria merceologica. Fabrizio Tacchi ne ripercorre per noi le orme fin dall'ultima parte del X secolo quando con la nascita presso la Scuola medica di Salerno del primo orto botanico della storia con oltre settecento varietà di piante, la traduzione di moltissimi scritti medici arabi e greci diedero vita a nuove applicazioni nel campo dell’erboristica e della distillazione, da lì in poi gli orti botanici sorsero nelle principali città d’Italia, dal Vaticano a Pisa, da Bologna a Firenze nacquero nella penisola, anche grazie ai frati che nei vari monasteri studiavano elisir e tonici, numerosi centri produttivi liquoristici d’eccellenza che ancora oggi conservano il loro prestigio.
Dagli elisir ai moderni bitter: un viaggio nella storia degli amari
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