Ricetta base presentata a Baritalia alla tappa di Fiera Milano Host il 26 ottobre 2015
Un’aura di leggenda avvolge le origini del Planter’s Punch, la cui creazione secondo alcuni risalirebbe a metà Ottocento, addirittura ad opera di Jerry Thomas; secondo altri - ipotesi più probabile - a secoli più indietro, quando era utilizzata come bevanda per dissetare gli schiavi delle piantagioni di canna da zucchero dei Caraibi. E un’aurea di leggenda ha avvolto anche la prova del team Lucano, dove le origini delle tre rivisitazioni del classico sono state incastonate all’interno di un racconto, in cui fatti reali e fatti immaginari si trovano perfettamente mescolati.
Il racconto del maestro di cerimonia Andrea Paci è ambientato nel 1888 a Napoli, dove è giunto Pasquale Vena (che qualche anno più tardi fonderà a Pisticci in Basilicata la Casa Vena) per imbarcarsi per “l’America” con i suoi fratelli. Per qualche misteriosa ragione, però, Pasquale non parte e si ferma in città dove frequenta la famosa scuola di pasticceria svizzera.
Appassionato di spezie ed erbe aromatiche, il giovane frequenta regolarmente il porto alla scoperta di nuovi aromi e profumi portati dalle navi nei loro viaggi di ritorno dalle Indie e dalle Americhe. La passione di Vena viene notata dall’ammiraglio inglese Providence che, incuriosito, invita il giovane nella cambusa della sua nave offrendogli la propria versione di un drink che ha avuto modo di provare nei suoi numerosi viaggi. Così nasce il Black Planter’s Punch, il twist creato da Omar Vesentini.
Pasquale contraccambia, facendo provare all’ufficiale inglese l’elisir da lui realizzato utilizzando oltre 30 diverse spezie ed erbe aromatiche della sua zona, il futuro Amaro Lucano.
Inebriati dai profumi delle spezie della cambusa (atmosfera ricreata bruciando un piccolo legno, il Palo Santo utilizzato in Sud America per scacciare gli spiriti negativi, e aromatizzato con oli essenziali di arancia) e dai fumi dell’alcol, i due passano l’intero pomeriggio a inventare e sperimentare numerose variazioni del punch, tra le quali le più significative sono il Planter’s del Rubattino, la versione creata da Massimo Stronati, e il Punch del Cavaliere, quella ideata da Guglielmo Miriello.
La storia Planter's Punch
Una leggenda vuole che il Planter’s Punch sia nato a Charleston (Usa) al Planter’s Hotel per opera di Jerry Thomas a metà Ottocento, ma non esiste alcuna testimonianza a supporto di questa tesi. Sicuramente, invece, la bevanda ha origini più antiche e strettamente legate alle isole caraibiche, dove serviva a dissetare gli schiavi nelle piantagioni di canna da zucchero. Tesi che sarebbe giustificata anche dal nome: il termine inglese planter che significa “colono”. Il primo riferimento storico di questo drink risale al 1878, quando una rivista satirica di Londra, il Fun, ne pubblica la ricetta in versi. E quello della ricetta in versi (con infinite variazioni rispetto alle quantità) è un’altra caratteristica che ha sempre accompagnato questo drink. Si narra infatti che già nei campi di raccolta inneggiasse una filastrocca: One of sour (Una parte di acido: succo di lime), Two of sweet (Due di dolce: sciroppo, solitamente granatina), Three of strong (Tre di forte: rum), Four of weak (Quattro di leggero: acqua e ghiaccio), che è l’unico elemento rimasto costante nella storia di questo drink
La ricetta Planter's Punch secondo Lucano
Ingredienti
30 ml rum
40 ml acqua
25 ml succo lime
2,5 ml Amaro Lucano Anniversario
20 ml zucchero liquido
Preparazione
Servire in tumbler basso.