Come tutti i luoghi di arte e di cultura, anche i musei sono chiusi e con essi i musei d’impresa, gli spazi espositivi che raccontano la storia, l’identità e i valori del patrimonio imprenditoriale del nostro Paese, caratterizzato da uno stretto legame con il territorio. Molti di essi hanno raccolto l’invito lanciato dalla campagna #iorestoacasa del Mibact - Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e dell’associazione Museimpresa, aprendo virtualmente al pubblico tutto o parte del proprio patrimonio.
Così, si possono visitare alcuni contenuti dell’Archivio Storico Lavazza, che fino al 30 aprile mette a disposizione tre percorsi narrativi digitali, con immagini d’epoca in un racconto che unisce l’Azienda e il nostro Paese. Le figurine Lavazza, un’enciclopedia da collezionare raccoglie la storia e le immagini di una vera e propria enciclopedia illustrata, il primo grande progetto di comunicazione della Torrefazione torinese. Il suo progetto risale al 1949 e comprende serie di 6 cartoncini da raccogliere in album dedicati con i soggetti più vari, il cui scopo era raccontare, divertire ed educare, con un occhio di particolare attenzione ai ragazzi. Ci sono poi I Calendari Lavazza: oltre 25 anni di fotografia d’autore (online dal 14 aprile) che celebrano il rapporto, iniziato nel 1933, tra l’azienda e il mondo della fotografia per raccontare in modo innovativo il mondo del caffè e i valori aziendali. Numerosi i grandi nomi che hanno firmato questo progetto. Il 27 aprile apre virtualmente Il caffè è donna, in cui viene raccontato il posto speciale che le donne hanno sempre avuto in Lavazza e che viene celebrato ogni anno dallo storico Calendario, attraverso i testi della scrittrice Francesca Manfredi, insegnante alla scuola Holden.
Fino al 30 aprile anche Gruppo Cimbali è online sull’applicazione Google Arts & Culture la mostra virtuale Con Cimbalino l’espresso diventa caffè. Racconta una delle idee che ha cambiato il modo di consumare il caffè ne ha connotato anche l’espressione: Cimbalino è, infatti, il nome con cui, attraverso la macchina per caffè, si invitavano gli avventori a richiedere un caffè espresso al bar. L’invenzione risale agli anni ‘50, veicolata in primis dalla macchina espresso La Cimbali Gioiello, poi dalla Cimbali Granluce, che riportava a sulla mascherina la scritta “un Cimbalino”, mettendolo sotto gli occhi di tutti. Un nome che grazie ad un’operazione di marketing ante litteram, è diventato il modo per chiedere il caffè espresso al bar, quel un caffè caldo, intenso, rotondo e cremoso amato nel nostro Paese e simbolo di italianità nel mondo.