Negli ultimi mesi siamo più volte tornati sulla realtà del caffè in Colombia, un Paese che, come abbiamo titolato sull’ultimo numero di Bargiornale, “alza la testa” con i suoi arabica d’altura e soprattutto vede tornare alle terre e alla coltivazione del caffè di chi ne era stato estromesso dai cartelli della droga. In prima fila ci sono le donne, particolarmente attive e determinate. A questa realtà, nella Giornata Mondiale dell’Ambiente, Lavazza dedica dedica il docufilm Coffee Defenders, a Path from Coca to Coffee sul servizio streaming Amazon Prime Video. La regia è del colombiano Oscar Ruiz Navia e la narrazione affidata alla reporter Alexandra Roca, che in oltre 14 paesi del mondo, si è occupata di vari temi, dai diritti delle donne ai movimenti delle comunità indigene. Protagonista è Johana, una ragazza colombiana che durante il conflitto armato causato dalla guerriglia delle Farc ha perso tutto, ma che è riuscita a riprendere in mano la vita sua e dei suoi sei figli, rimanendo con tenacia nella sua comunità e nei territori fertili e incontaminati del Meta, una regione caffeicola ai piedi della Cordigliera delle Ande. Qui, insieme ad altre famiglie, nel 2013 ha ricevuto dal governo i terreni prima usati per colture illegali.
Nel documentario Johana racconta una storia di emancipazione femminile e di coraggio: il simbolo della sua rinascita è una piantina di caffè che la accompagna nel viaggio dalla sua terra fino al Costa Rica, dove sarà conservata nel Centro Agronomo di Cartago. Con il viaggio il racconto si snoda tra le bellezze della natura sudamericana e testimonianze di un percorso di rinascita e di passaggio dalla guerra alla pace. Un racconto toccante della protagonista: “In quel periodo si coltivava la coca. Avevo paura, ma in fondo mi sono detta: torno a casa, perché quella è la mia casa ed è rimasta abbandonata. Non mi importa, se mi vogliono uccidere, che mi uccidano, ma devo tornare a casa mia».
Non basta tornare alla terra: per ottenere buoni risultati (sia in termini di prodotto sia economici) dalla coltivazione del caffè ci vogliono buone pratiche agricole e tecniche per contrastare i cambiamenti climatici. La Fondazione Lavazza è attiva nel Meta dal 2015 con un programma di sviluppo sostenibile che ha risollevato le sorti di oltre cento famiglie di agricoltori. È stato piantumato oltre 1 milione di piante di caffè e grazie alla guida di agronomi ed esperti è raddoppiata la produttività per ettaro e incentivata la produzione di caffè di alta qualità certificata Rainforest Alliance. Aumentare il benessere significa anche fornire cibo in giusta quantità e variato ogni giorno; per questo le piccole aziende agricole sono state assistite anche nella mesa a dimora di circa 13mila piante da frutto, utili per i contadini per aumentare le entrare e sostenere la sicurezza alimentare delle famiglie. È stato dato un particolare supporto alle donne, che nel mondo della coltivazione del caffè rappresentano fino al 70% della forza lavoro, ma che gestiscono solo il 15% delle attività.
La Fondazione, nata nel 2004, oggi è presente in 17 paesi di 3 continenti, dove ha promosso 24 progetti e coinvolto otre 97mila contadini. «Con questo documentario desideriamo raccontare una delle numerose storie dei protagonisti dei nostri progetti, attraverso un linguaggio contemporaneo e con un partner di eccellenza come Amazon - afferma Mario Cerutti, chief institutional relations & sustainability officer della Torrefazione -. Il tutto nel pieno spirito del Goal Zero – Diffondere il messaggio, l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile che abbiamo ideato, affiancandolo ai 17 Goals dell’Agenda 2030 dell’ONU, da noi sottoscritta, col fine di coinvolgere le persone sui temi della sostenibilità». I quattro pilastri di sostenibilità che si ritrovano nel filmato sono Uguaglianza di genere (Goal 5), Lavoro dignitoso e crescita economica (Goal 8), Consumo e produzione responsabile (Goal 12) e Agire per il clima (Goal 13).
Il documentario si inserisce nel progetto Coffee Defenders, un’iniziativa che trae ispirazione dalle storie dei produttori che beneficiano dei progetti della Fondazione e mira al coinvolgimento della coffee community ai temi della sostenibilità. «Riteniamo che il docufilm rappresenti un importante asset per raccontare attraverso un linguaggio differente, visivo, autentico e universale il tema della sostenibilità, che è parte integrante del nostro business da molti anni e che ci caratterizzerà da qui in avanti - dice Lorenzo Giorda, global head of digital marketing Lavazza -. Nel futuro il documentario vivrà sia a livello digitale sia fisico in altri luoghi poiché non si tratta solo di un prodotto di entertainment ma di un veicolo di messaggi forti e contemporanei».