«I caffè centro americani si caratterizzano per l’ottima acidità, gradevole e non aggressiva con note di frutti rossi, cioccolata o cereali e una dolcezza spiccata. Sono caffè piacevolissimi in purezza, che alla miscela conferiscono complessità nel gusto e personalità» afferma Graziano Carrara, titolare di Carrara Coffee Agencies e responsabile dei rapporti con i produttori del Centro America per Csc - Caffè Speciali Certificati. Il recente viaggio attraverso Guatemala, El Salvador e Costa Rica ha permesso di verificare la corretta gestione delle coltivazioni e degli impianti di lavorazione post raccolta e mantenere un rapporto di collaborazione con chi si impegna a fornire un prodotto di qualità superiore che solo dopo avere superato numerosi controlli merita di ricevere i bollini Csc, che certificano come specialty i suoi caffè.
Soprattutto, ha avuto quale elemento comune un motivo di grande preoccupazione e di impegno per superare una situazione difficile che si protrae da anni: la Roya, un fungo noto come “ruggine del caffè” che ricopre le foglie, privandole della luce del sole in modo sempre più importante, fino a provocare la morte della pianta. L’epidemia è nata in Colombia e si è rapidamente diffusa in tutta l’area centro americana. I coltivatori hanno visto calare la quantità e peggiorare la qualità del raccolto, prima di comprendere che l’unica soluzione sarebbe stata la sostituzione delle piante malate con nuove varietà resistenti ai parassiti. Il rinnovamento è durato dai tre ai cinque anni. «Abbiamo trovato le piantagioni dei nostri coltivatori ben curate: Csc dà una sicurezza di guadagno e permette ai produttori di fare investimenti - afferma Graziano Carrara -. Attorno abbiamo visto spesso terreni abbandonati o convertiti ad altre colture, come mango, papaya, ananas e banana: purtroppo è un patrimonio importante per tutto il mondo del caffè che si perde».
Con lui hanno viaggiato i responsabili di alcune torrefazioni che aderiscono all’Associazione: Paola Goppion di Goppion Caffè, Enrico Romano di Coffee Brokers Company, Andrea Matarangolo di Mondicaffè, Vittorio Barbera di Caffè Barbera e Marie Luise Millemaci di Blaser Trading.
In Guatemala è stata visitata la Finca El Hato Blue nella regione di Sara Rosa di Christian Rasch. Qui la varietà Bourbon, che ha risentito maggiormente dell’attacco della Roya è stata sostituita da El Hato, Caturra e Catuaì. Alcuni nuovi impianti sono stati collocati sotto dei banani: l’arabica non gradisce il sole diretto Nella finca sono stati messe a dimora 500mila piante ogni anno e ora, dopo circa cinque anni, l’intera piantagione è rinnovata.
La raccolta era ancora in corso in presso la finca San Luis nella regione La Libertad (El Salvador) di cui è proprietaria la famiglia Angelucci. Anche qui sono state messe a dimora numerosissime nuove piante: la varietà che attecchisce meglio e dà buoni risultati per resa produttiva e per qualità in tazza è la Sampacho, resistente sia alla roya sia alla broca, il principale insetto parassita del caffè.
Ultima tappa, il Costa Rica nella Finca Santa Rosa, da cui proviene uno dei primi caffè certificati CSC. Il proprietario Don Josè ha mostrato la piantagione rinnovata, dove ogni anno viene potato il 25% delle piante di caffè, che l’anno dopo non daranno frutto, ma si rafforzeranno: un sacrificio che assicura qualità. Qui sono state piantate le varietà Caturra e Catuaì al posto del Bourbon.
Il bilancio del nuovo sopralluogo è stato positivo: le nuove piante cominciano a dare frutto e la soddisfazione per la difficoltà che si sta positivamente superando è grande.
Le torrefazioni che aderiscono a Csc sono Barbera 1870 – Messina; Blaser Café – Berna (CH); Caffè Agust Brescia; Mondicaffè C.T.&M. – Roma; DiniCaffè – Firenze; Goppion Caffè – Preganziol (TV); Le Piantagioni del Caffè – Livorno; Musetti Caffè – Pontenure (PC).