In occasione della Giornata Internazionale del Caffè, illycaffè (che nella sostenibilità è un importante riferimento anche per l’horeca) ha presentato il caffè proveniente da agricoltura rigenerativa, Arabica Selection Brasile Cerrado Mineiro, che per primo ha meritato la certificazione regenagri, un programma internazionale di agricoltura rigenerativa il cui obiettivo è garantire la salute della terra e il benessere di chi la abita.
Questo caffè che in tazza offre sfumature di gusto di caramello e frutta secca, è disponibile in barattoli da 250 gr ed è «il frutto della relazione che abbiamo costruito negli anni con i produttori di caffè e con la Federazione dei Produttori del Cerrado Mineiro, con i quali abbiamo condiviso l’urgenza di trovare una soluzione agli effetti del cambio climatico - ha commentato Cristina Scocchia, AD di illycaffè – Consapevoli che questa sfida si può vincere solo unendo le forze abbiamo identificato le migliori tecniche di adattamento, mitigazione e rigenerazione dell’ecosistema, producendo il primo caffè Arabica proveniente per il 100% da agricoltura rigenerativa certificata».
La Torrefazione triestina da tempo è impegnata a mitigare gli effetti del cambiamento climatico lungo tutta la filiera, ad iniziare dalla coltivazione del caffè, per la quale propone il modello sostenibile dell’agricoltura rigenerativa, che permette di nutrire in modo corretto le piante rigenerando naturalmente i suoli e diminuendo quindi le emissioni di CO2. Non solo, questo nuovo tipo di coltivazione permette un miglioramento della salute dell’ecosistema grazie alla accresciuta biodiversità delle essenze usate in copertura e delle dinamiche del suolo. Nella regione del Cerrado Mineiro, dove l’azienda lavora da oltre trent’anni accanto ai produttori locali, il caffè dell’Arabica Selection Brasile è stato coltivato applicando le migliori pratiche rigenerative certificate regenagri.
La produzione di caffè, che rappresenta la fonte di reddito per oltre 25 milioni di famiglie in 50 paesi, oggi è seriamente minacciata dal riscaldamento globale. Si calcola che entro il 2050 la gran parte delle aree coltivate non sarà più disponibile. La decarbonizzazione è diventata inoltre una priorità assoluta, non solo per il caffè ma per tutto il settore agricolo, responsabile di più del 25% delle emissioni di gas serra in cui l’esasperata ricerca della produttività tipica dell’agricoltura convenzionale ha portato a un depauperamento del suolo e alla perdita della biodiversità. Un ciclo vizioso che può essere invertito e diventare virtuoso attraverso lo sviluppo di un modello produttivo rigenerativo, che sequestra carbonio dall’aria e rigenera i terreni con materia organica, rendendoli più fertili e migliorando le difese naturali.