Un nuovo contributo sulla tematica ambientale riguarda un importante fattore da considerare da parte dell’operatore: il risparmio energetico. È una via che l’industria italiana percorre da tempo, tuttavia senza direttive precise. Ce ne parla Paolo Dalla Corte, titolare di Dalla Corte: «La nostra è stata la prima azienda ad affidare a un ente terzo, IMQ, la verifica dei consumi energetici delle macchine espresso, rendendo inoltre tutti i dati di dominio pubblico sul sito web. Nel 2018, abbiamo deciso di completare questi test con ancora maggiore precisione, affidandoci all'ente certificatore Tüv per avere più dettagli sui consumi. Ora sappiamo quanta energia è richiesta per la preparazione di un espresso, di un cappuccino e persino quanto consuma la montatura di un bricco di latte o il prelievo di acqua calda per il tè. Al momento non mi risulta che altre aziende abbiano fatto qualcosa di simile. Faccio comunque parte di un gruppo di aziende, Anima/Assofoodtec-Ucimac, che, attraverso un tavolo di lavoro, vogliono raggiungere l'obiettivo di portare a termine un protocollo di test e valutazioni per creare una classificazione energetica per le macchine espresso. Credo sia giunto il momento di avere una classificazione internazionale, riconosciuta da tutti i produttori, che indichi con precisione consumi e prestazioni».
A fronte di un impegno e di investimenti costanti, il barista si mostra poco interessato all’argomento e poco consapevole della sua importanza: molte macchine sono dotate di timer di accensione e spegnimento, ma pochissimi operatori utilizzano questo strumento che, a ben vedere, fa bene all’ambiente, ma anche al bilancio del locale. «Nelle nostre macchine - prosegue Paolo Dalla Corte - c'è anche la possibilità di mettere "in sicurezza" gruppi e caldaia; attivando questa opzione, le temperature della macchina scendono fra i 60 e gli 80 gradi, in modo da diminuire la dispersione termica e azzerare eventuali pressioni interne. Ciò permette di avere una macchina pronta in pochi minuti e di ridurre i consumi, allungando inoltre la vita delle guarnizioni (meno soggette ad escursione termica). Ovviamente tutte le macchine Dalla Corte, grazie alla tecnologia multi-boiler, permettono inoltre di spegnere i gruppi non utilizzati durante le fasi meno concitate e cariche di lavoro, o la caldaia principale per il vapore. Tecnologie a disposizione di ogni barista, ma su cui ancora non risulta esserci un vivo interesse da parte degli operatori di settore: abitudini che devono assolutamente cambiare».
Il vintage è di moda, anche nel settore delle macchine espresso che, non avendo meccanismi in continuo movimento - eccetto il portafiltro - non subiscono un’eccessiva usura meccanica delle parti più strategiche. Di conseguenza, una macchina può durare anche molti anni e superare i 50 anni di età. Sono tuttavia le tecnologie a cambiare: per avere una macchina aggiornata in termini di elettronica, materiali di realizzazione ed estrazioni, c’è bisogno di uno strumento di lavoro più recente. Una macchina datata, ad esempio, a causa dei materiali utilizzati per le parti idrauliche, non risulta a norma con le leggi vigenti. Per questo Dalla Corte nel 2016 ha dato il via al progetto Second Chance che, oltre a revisionare le sue “vecchie” macchine Evolution nelle parti meccaniche, aggiorna anche i materiali dei componenti a contatto con l’acqua rendendoli Lead Free (non rilasciano piombo nei liquidi). Al restyling tecnico si accompagna la tecnologia multiboiler messa a punto dall’Azienda di Baranzate (Milano) e materiali che seguono i restrittivi regolamenti sul contatto con gli alimenti.