E’ un periodo decisamente vitale per il caffè in Italia: gli eventi si moltiplicano e attirano l’attenzione di visitatori esperti e neofiti, di professionisti e coffee lover in cerca di approfondimenti su un prodotto che per molti è da scoprire. E visto che il settore è in continua evoluzione, ogni appuntamento dà modo di scoprire qualcosa di nuovo, ma soprattutto di creare nuovi legami con produttori, baristi e la fitta rete di aziende e professionalità che gravitano attorno ad esso. Per compiere quel salto di qualità, ma soprattutto di presa di coscienza di cos’è davvero il caffè, si deve innescare un circolo virtuoso, che dalla produzione (in primo luogo i torrefattori) si dirami verso i baristi e i consumatori finali, portandoli a confrontarsi finalmente in modo costruttivo nel quotidiano, ognuno dalla propria parte del banco. Operazione non semplice, perché spesso l’italiano ha la presunzione di sapere tutto sul caffè, dunque si mostra indifferente ai numerosi richiami che gli vengono rivolti affinché ponga maggiore attenzione a ciò che trasforma e che trova in tazzina. Ma l’esperienza dice che quando accetta l’invito a scoprire un mondo del caffè prima sconosciuto, presentato con criterio, ne rimane affascinato.
Su queste basi è nato (non senza fatica) un nuovo progetto: un evento dedicato alla cultura del caffè espresso italiano rivolto sia al consumatore sia all’operatore. Dal 19 al 21 maggio, all’interno del Base di via Tortona a Milano è stato inaugurato il Milano Coffee Festival, promosso da Consorzio Promozione Caffè e Ucimac con HostMilano e Sca Italy; le giornate di sabato e domenica rivolte al consumatore finale, il lunedì agli operatori del settore. L’ampio spazio polifunzionale dedicato all’arte e alla creatività ricavato nell’ex Ansaldo ha permesso all’evento di esprimersi al meglio. Un piano dedicato alla formazione, uno al coffee expo con oltre quaranta espositori: non un mercato ma un laboratorio, dove osservare, imparare, confrontarsi, conoscere. Tante le occasioni di interesse, tanti gli appuntamenti: ha fatto sempre registrare il tutto esaurito l’Area
educational con gli interventi degli esperti Sca. Hanno assistito agli incontri molte persone, soprattutto numerosi giovani, che si auspica potranno essere gli operatori e i consumatori consapevoli di domani: un’attenzione che ha stupito. Richiedono un ripensamento altre aree meno seguite e la necessità di una più folta rappresentanza di piccoli produttori, oltre che una maggiore pubblicizzazione dell’evento. Come ogni numero “zero” questo primo esperimento sarà la base su cui costruire una nuova edizione più completa e convincente. Del resto i 10mila visitatori sono un dato più che positivo, se si guarda quello della prima edizione del London Coffee Festival di sette anni fa, visitato da 7mila persone. Le basi per crescere e migliorare ci sono; da parte di alcuni “liberi commentatori” abituati a vedere la “tazza vuota” in tutto ciò che ha il logo “made in italy”, non guasterebbe un po’ più di fiducia e di corresponsabilità. E magari, nella nuova edizione, la presenza di altre associazioni del settore: un incontro auspicato da tempo.
Proseguono frattanto gli appuntamenti di Io Bevo Caffè di Qualità che in parallelo all’evento al Base ha realizzato un’edizione speciale dedicata ai caffè del Perù nella centralissima piazza dei Mercanti a Milano. Nutrito l’interesse attorno all’evento che si è svolto in collaborazione con Ocex Milano, l’ufficio economico-commerciale dell’Ambasciata del Perù. Il prossimo appuntamento, sempre con gli aromi peruviani, è per lunedì 28 maggio all’ex Dogana, viale dello Scalo S. Lorenzo a Roma.