Sul numero di dicembre di Bargiornale abbiamo individuato alcuni scenari futuri per il mondo del caffè grazie alla collaborazione di Sca, attraverso Christina Meinl, suo presidente, di Allegra Group, con il contributo di Jeffrey Young, suo Ceo e fondatore, osservando infine la realtà del mercato italiano con Giandomenico De Franco, amministratore di Competitive Data.
Riportiamo in modo più ampio le considerazioni di Christina Meinl, che qui parla anche in qualità di responsabile globale innovazione del Gruppo Julius Meinl. Per individuare le tendenze nel mondo specialty e più in generale nel settore del caffè a livello internazionale, «Sca ha ha commissionato una ricerca sull’impatto del Covid-19 nel mondo del caffè - ci dice -; tra i punti principali emersi, sicuramente possiamo sottolineare una riduzione dei consumi, causata dal lockdown e dalle conseguenti chiusure delle caffetterie e del settore ristorativo che ha portato a un consumo maggiore fra le mura domestiche. Un altro impatto importante riguarda l’incremento dei costi sia per i rifornimenti sia per il lavoro e le maggiori misure di igiene e sicurezza. La richiesta di caffè di qualità rimane, ma i consumatori sono portati maggiormente a comprare caffè da consumare a casa. La ricerca ha evidenziato altri cambiamenti nelle abitudini d’acquisto, come una crescita significativa (+5,38%) dell’asporto e dello shopping online. La grande sfida per le aziende è quella di adattarsi a questa nuova normalità, per trovare il modo migliore di servire i propri clienti, mantenendo la qualità in tazza. Ad esempio dando la possibilità ai consumatori di comprare online, di utilizzare l’asporto e il delivery: questo potrà permettere di preservare il futuro per l’intero settore. Inoltre, è fondamentale focalizzarsi sulla sostenibilità, che diventerà ancora più importante per il cliente finale, sempre più propenso a scegliere brand con una forte attenzione all’etica e all’ambiente».
Le attuali difficoltà si vivono lungo tutta la filiera. Ad esempio, prosegue Christina Meinl «abbiamo ricevuto segnalazioni da farm che faticano a trovare manodopera per la raccolta del caffè, ma anche di navi che non possono attraccare nei porti principali. Le sfide continuano fino all’ultimo passaggio della filiera, con le caffetterie in sofferenza o bloccate a causa delle misure preventive. Sicuramente la pandemia ha modificato il consumo fuori casa. Che si tratti di un consumo casalingo, in viaggio o in un locale, è improbabile che la domanda di caffè di alta qualità diminuisca, quindi, indipendentemente dall'evolversi delle occasioni di consumo, le aziende devono essere pronte a soddisfare questo tipo di domanda. In questo momento le persone sono più attente all’aspetto economico e nel breve termine è probabile che l'industria subisca gli effetti di una riduzione del reddito disponibile da parte dei consumatori. Tuttavia, nel lungo periodo l’auspicio è che la domanda di caffè di alta qualità dia nuova linfa al settore».
Di nuovo l’attenzione va all’intera filiera parlando di un consumatore sempre più attento non solo all’aspetto qualitativo, ma anche a quello etico di ciò che consuma.«Le aziende del caffè come Julius Meinl e le organizzazioni come Sca devono continuare a garantire che il caffè sia un'attività sostenibile, equa e prospera, dando valore a tutta la filiera. La pandemia globale ha reso questa missione ancora più importante, poiché sappiamo che la gestione sostenibile è uno strumento fondamentale per superare la crisi e per garantire un futuro prospero alla comunità del caffè specialty. Abbiamo stabilito che per la nostra torrefazione, la politica aziendale di crescita sana e sostenibile a lungo termine sia la strada giusta da seguire. Siamo un'azienda a conduzione familiare, i nostri valori e la nostra volontà di offrire il miglior servizio e la migliore qualità non sono cambiati dal 1862 e sono ancora oggi più importanti che mai».