Alla sua terza finale mondiale, il colombiano Diego Campos della torrefazione Amor Perfecto ha vinto la principale competizione mondiale dei World Coffee Championship organizzati da Specialty Coffee Association insieme a World Coffee Events: la finale Barista. Già campione nazionale nel 2014, 2016 e 2019 (nel frattempo nel giugno 2018 vinse la quarta edizione di Barista &Farmer), consegna per la prima volta la vittoria a un paese produttore (in finale c’era anche il keniota Martin Shabaya, che si è classificato quinto). Per la sua prova ha utilizzato un caffè della Valle del Cauca, del produttore Julián Holguín, della farm La Inmaculada. Da 13 anni barista, Diego sa molto bene quanto lavoro, attenzione e dedizione richiede la coltivazione del caffè e a questa realtà ha dedicato la sua vittoria: «Colombia, questo è per te. Per i baristi, i coltivatori di caffè; per tutte le persone che ogni giorno si svegliano per sognare, per realizzare i propri sogni. Questo premio è di tutti» - ha affermato commosso. Il secondo e il terzo posto per la categoria Barista sono stati conquistati rispettivamente da Andrea Allen, Stati Uniti e Hugh Kelly, Australia.
Si è aggiudicato la World Brewers Cup lo svizzero Matt Winton, che oltre al titolo di campione svizzero per la categoria Brewers nel 2020, Matt vanta nel suo palmares due titoli nazionali in Svezia per la disciplina Barista (2018/2019). Sul podio insieme a lui oggi, Daiki Hatakeyama, Giappone, vincitore del secondo posto ed Elika Liftee, Stati Uniti, che si aggiudica il bronzo.
Ha primeggiato nella World Cup Taster, la competizione che premia velocità, abilità e precisione nel distinguere le differenze di gusto nei caffè specialty l’australiano Kyoungha Chu (Charlie), di Ona Coffee, da cinque anni nel settore. Dietro di lui, il tedesco Dénes Rajmond e, terzo, Sang Min Ju, Corea del Sud.
Casa Italia
La certezza e la serenità di chi si è impegnato per dare il meglio si trovano nelle parole dei tre campioni italiani, che non si sono qualificati ma, come dimostra Diego Campos, la vittoria (o un piazzamento tra i primi) mondiale è un traguardo che spesso si raggiunge con un lavoro di più anni e l’esperienza acquisita nel corso di competizioni ai massimi livelli. Alle spalle delle prove di Daniele Ricci che ha affrontato il World Barista Championship ed Elisa Urdich che ha gareggiato per la World Brewers Cup c’è l’intenso gioco di squadra del Bugan team, guidato da Sonia e Maurizio Valli. Quest’ultimo si dichiara soddisfatto: «Abbiamo dimostrato di potere stare in mezzo ai campioni, abbiamo fatto delle ottime prestazioni; purtroppo la mancanza di esperienza dei mondiali ci ha portati a fare degli errori, ma sono fiducioso nel futuro e carico. Essere team premia tantissimo (il nostro riferimento è l’australiano Ona Coffee): si confrontano pensieri diversi, si assaggia insieme, ci si aiuta a costruire la gara, ci si sostiene. Continueremo su questa strada, coinvolgendo nuovi giovani».
Contento di avere vissuto un’esperienza ricca e costruttiva, Daniele Ricci ha utilizzato due caffè: un Geisha naturale anaerobico da Panama per l’espresso signature e un Sudan Rume hybrid washed dalla Colombia, con il milk beverage, per il quale «per la prima volta ho scelto il latte (floreale, pulito, non cremoso, con un’alta percentuale di grassi e una buona digeribilità) e poi il caffè da unire ad esso: con note floreali e un po’ di balsamico, eucalipto, rosmarino. Ne fuoriusciva un insieme molto buono e particolare». Ha poi invitato i giudici a una valutazione attenta del cambiamento di gusti e aromi dei caffè con sorsi a diverse temperature, andando oltre la descrizione e offrendo un'esperienza. Le valutazioni dei giudici hanno sottolineato la buona prova: ci sarà tempo per crescere e rafforzarsi.
Talvolta prima di una competizione una sensazione di malessere sembra invitare a desistere, ma quando scatta il “via” il fisico e la mente reagiscono, permettendo di superare al meglio la gara. Così è avvenuto per Elisa Urdich, salita in pedana quando non si sentiva in forma, subito si è rinvigorita. «Ho portato un caffè naturale (uno dei metodi di lavorazione che amo di più) della Colombia: Sudan Rume di Café Granja e l’ho lavorato con la tecnica già presentata al nazionale: nessun blooming e due versate con diverse temperature - racconta -. La gara mi è piaciuta, ne sono uscita soddisfatta». I giudici hanno confermato la positiva impressione dell’ultima prova; a non permettere a Elisa di proseguire le gare è stata una delle tre tazze nella fase compulsory, che è risultata leggermente diversa dalle altre, dunque ha meritato un punteggio inferiore. Ringrazia di cuore il gran lavoro di squadra che l’ha accompagnata nei mesi di preparazione e in pedana.
Un nuovo gioco di squadra ha accompagnato al World Cup Tasters Championship la prova di Fabio Dotti, docente e brand ambassador di Caffè Agust, tra i fondatori di CSC - Caffè Speciali Certificati che quest’anno ha festeggiato 25 anni di attività. «In una gara come quella baristi o brewing, la preparazione permette di ridurre le possibilità di errore e di arrivare in pedana con una base certa (il caffè, le preparazioni, il discorso che le accompagnerà, i movimenti curati nel dettaglio); al contrario, in una competizione cup tasters ci si allena con costanza sapendo di andare incontro a una grande incognita: non sappiamo quali saranno i caffè e come si combineranno tra loro - osserva -. Per questo mi sono preparato con un allenamento costante dei sensi al fine di cogliere differenze minime. È stata una gara difficile: in ogni tripletta c'erano caffè molto simili tra loro; seppure buoni, mi hanno messo a dura prova. Ne ho individuate 7 su 8 e sono soddisfatto: ho dato il massimo».
Il prossimo appuntamento di SCA Italy col mondo delle gare è dal 22 al 26 gennaio: l’associazione attende tutti nella cornice di Sigep Rimini per incoronare i nuovi campioni nazionali Barista, Brewers Cup e Cup Tasters.