L’International Institute of Coffee Tasters - Iiac - ha aperto le iscrizioni per l’edizione 2024 dell’International Coffee Tasting, il concorso internazionale «nato per fornire un banco di prova equo e indipendente per le torrefazioni, per dare loro la possibilità di una valutazione oggettiva dei propri prodotti e permettere loro di valorizzarli e migliorarli a favore del consumatore finale» - spiega Carlo Odello, presidente.
Quella appena aperta è la sedicesima edizione e segue quella record del 2023 che ha visto concorrere 750 prodotti da 14 Paesi testati da più di 60 assaggiatori in più di 6 mesi di lavoro: meno del 25% dei caffè testati ha meritato la Gold Medal. La valutazione dei campioni si svolge alla cieca e i dati di assaggio, che nel 2023 sono stati di più di 120mila, sono elaborati da più strumenti al fine di arrivate a profili sensoriali validati statisticamente. A riprova della trasparenza del concorso, la formula per il calcolo del punteggio è pubblica e disponibile sul sito di International Coffee Tasting con la spiegazione del peso attribuito alle singole caratteristiche sensoriali.
Più forte in Cina. Iiac negli scorsi giorni ha inoltre consegnato alle autorità della città di Kunshan (Cina) la menzione di Capital of the International Coffee Industry nell’ambito della cerimonia di apertura di Cofair 2024. Il riconoscimento mira a rafforzare i legami tra l’Associazione italiana e i vertici della Free Trade Zone di Kunshan in cui hanno sede aziende primarie del settore tra cui Starbucks, Luckin Coffee, Yizheng e Zhenjin.
Secondo diverse stime il valore del mercato cinese del caffè potrebbe attestarsi nel 2024 a circa 30 miliardi di dollari, mentre il numero dei coffee shop avrebbe raggiunto 50mila unità in tutto il paese. «Il mercato cinese è particolarmente complesso perché vicino alle grandi catene, prima tra tutte Luckin Coffee con più di 16mila locali, convivono migliaia di locali indipendenti. Senza dimenticare l’importanza assoluta dell’e-commerce, a cui le aziende dedicano una parte importante delle loro risorse umane e tecnologiche, e i segmenti ready-to-drink e instant coffee – commenta Carlo Odello –. C’è sicuramente spazio e interesse anche per i marchi italiani a patto che comprendano a fondo le esigenze di un mercato molto distante da quello a cui siamo abituati in Italia e si pongano in un’ottica estremamente dinamica».