Da esperienza di gusto (quel “piacere” che da sempre accompagna l’espresso) a momento di condivisione sociale e amicale: così i giovani parlano del loro rapporto con il caffè all’interno della ricerca condotta d AstraRicerche per conto del Consorzio Promozione Caffè, che abbiamo già osservato nelle linee generali e per la parte riguardante la popolazione più matura.
Per la fascia compresa tra i 18 e i 34 anni il caffè è sinonimo di condivisione sociale e amicale, legato alla tradizione ma anche alle contaminazioni di gusto e di modalità di consumo, come il coffee pairing. Dai dati emerge che i 24-35enni bevono più caffè dei 18-24enni; tuttavia per entrambi rappresenta una consuetudine da condividere con altre persone (soprattutto per i più giovani) e per ritrovare energia e carica (specialmente per i più grandi). Del resto è sufficiente dare un’occhiata ai locali intorno a metà mattina o nel pomeriggio per verificare che al loro interno c’è una nuova utenza: giovani che vanno al bar per incontrarsi, studiare, chiacchierare e gustare qualcosa di buono. Lo fanno per lo più seduti al tavolo, dove un espresso può risultare una consumazione troppo rapida; di qui la predilezione per le bevande a base latte nonché per filtri, caffè americano ed anche ibrik che, tra l’altro offrono al barista uno scontrino più consistente della semplice tazzina, soprattutto se ad essi si accompagna una preparazione dolce o salata.
Gli ambienti preferiti dalle nuove generazioni sono per lo più informali, ampi, accoglienti e dotati di una buona connessione e strumenti per la ricarica di tablet e smartphone. Sull’altro fronte c’è la realtà di giovani in movimento che preferiscono la modalità on-the-go per la quale molti locali si sono attrezzati (il lockdonw ha dato una forte spinta in tal senso) e i ready to drink in brik o in lattina. Dalle risposte emerge anche come consumare al bar sia vissuto come un gesto concreto per aiutare l’economia in un momento difficile per il Paese: tra di ha meno di 34 anni, uno su due è convinto di potere supportare con ciò i piccoli esercenti, dunque, dopo le restrizioni ha ripreso a frequentare i locali più di prima.
Anche per i più giovani quello del caffè è un consumo prevalentemente casalingo (più di 4 su 10 consumati) che un terzo dei 18-24enni prepara con la moka, in coerenza con il trend vintage che affascina questa generazione, mentre i più adulti sono più orientati sule capsule, apprezzate per il gusto, ma soprattutto per la praticità e il rapporto qualità/prezzo. Dunque, se un locale ha un buon caffè e si impegna per farlo conoscere, può contare sulla vendita di grani, macinato e capsule da portare a casa per il consumo domestico, ricordando che i consumatori più giovani sono sempre più attenti alla salute del pianeta: la sostenibilità ambientale è considerata fondamentale da sei giovani su dieci tra i 18-24enni e dal 50% dei 25-34enni. In conclusione, Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche osserva: «I giovani italiani dimostrano un forte desiderio di scoprire il caffè. Sono curiosi, affascinati dalla tradizione, ma allo stesso tempo molto più aperti a modalità meno convenzionali. I risultati della ricerca ci restituiscono un profilo delle nuove generazioni meno scontato del previsto, che dimostra anche grande attenzione e sensibilità al futuro del Pianeta».