Nescafé: la tazzina buona per i bar, i coltivatori e l’ambiente

Nescafé
Da sempre attivo sul fronte della sostenibilità, il brand con il programma Cup of Respect punta a obiettivi ancora più ambiziosi, come il 100% di caffè approvvigionato responsabilmente entro il 2025

I baristi hanno a che fare con clienti sempre più consapevoli ed esigenti. Anche per quanto riguarda il caffè: i consumatori oggi hanno aspettative più elevate, ricercano nuovi profili aromatici, amano l’espresso, ma sono attratti anche dai metodi di estrazione alternativi e, soprattutto, chiedono qualità. Con oltre ottant’anni di esperienza nel caffè, Nescafé mette a disposizione degli operatori del canale una gamma di referenze in grani per ogni tipo di estrazione e palato che permettono di soddisfare le aspettative dei loro clienti, facendo crescere il business. Una gamma di alta qualità, che ha il suo prodotto di punta nel caffè Perù monorigine 100% Arabica, certificato Bio e raccolto a mano, dalle spiccate note fruttate, che si aggiunge alle miscele Espresso e Intenso e completata da una referenza deca.

Ma, oltre all’accurata selezione dei migliori chicchi da diversi Paesi del mondo, dall’Asia all’America Centrale, alla perfetta tostatura e all’expertise nel blending, a rendere più buoni i caffè Nescafé, concorre un ulteriore fattore: l’approvvigionamento responsabile della materia prima. Da anni il brand di Nestlé promuove la raccolta sostenibile del caffè, con un ambizioso programma che agisce su tutte e tre le direttrici nelle quali si articola il tema della sostenibilità: ambientale, rendendo sempre più green tutto il processo di trasformazione dal chicco alla tazzina, sociale ed economica, sostenendo lo sviluppo delle aree rurali nelle quali il caffè viene prodotto e raccolto e supportando gli agricoltori per migliorare la loro economia e garantire mezzi di sussistenza alle comunità locali. Un impegno ulteriormente rafforzato con il lancio lo scorso anno di Cup of Respect, il nuovo piano di sostenibilità dagli obiettivi ancora più ambiziosi.

Un piano ancora più ambizioso

Il nuovo piano è espressione infatti di un progetto più ampio, con il quale Nescafé non si impegna solo a rispettare il futuro del caffè approvvigionandosi responsabilmente e supportando i coltivatori, ma anche a ridurre le emissioni di anidride carbonica nella fase produttiva e a educare a un corretto smaltimento delle confezioni, innovandone costantemente l’eco-design.

Primo grande target di Cup of Respect è arrivare al 100% di caffè approvvigionato in modo sostenibile entro il 2025, dal 75% raggiunto nel 2020. Questo significa che entro tre anni tutto il caffè a marchio Nescafé proverrà da coltivazioni condotte secondo gli standard di sostenibilità, il cui rispetto sarà verificato o certificato da terze parti indipendenti, come 4C, Rainforest Alliance, e completamente tracciato e riconducibile alle piantagioni d’origine.

Sempre al 2025 è fissato un altro importante target: raggiungere il 100% di confezioni riciclabili o riutilizzabili. Mentre entro al 2050 Nestlé ha fissato il target net zero, ovvero il raggiungimento delle zero emissioni di gas serra per l’intero gruppo, obiettivo al quale contribuirà Nescafé per la sua parte.

I traguardi già raggiunti

Se notevoli sono i nuovi obiettivi, non meno lo sono i traguardi che il marchio ha già raggiunto nel suo percorso di sostenibilità. Sul piano strettamente ambientale, oltre al 75% di caffè approvvigionato responsabilmente, Nescafé ha già abbattuto del 53% il consumo di acqua nei suoi stabilimenti, e del 46% le emissioni di gas serra. Inoltre, in un’ottica di economia circolare in 20 stabilimenti i fondi di caffè vengono utilizzati come biocarburanti: in tal modo un rifiuto si trasforma in nuova risorsa, consentendo di risparmiare ogni anni l'equivalente di 555.000 barili di petrolio.

Grandissimo poi l’impegno a sostegno degli agricoltori. Nel decennio 2020-2020, il brand ha distribuito oltre 235 milioni di nuove piante di caffè nei Paesi produttori e formato oltre 900.000 agricoltori sulle migliori pratiche agricole, grazie al supporto di 230 agronomi, per migliorarne quantità e qualità delle coltivazioni ma in ottica green, contribuendo così a un notevole miglioramento dell’economia agricola in Messico, Costa d'Avorio, Honduras e Vietnam.

A questo si aggiungono i programmi di potenziamento delle attività, dei quali hanno beneficiato più di 10.000 donne e giovani agricoltori, provvedendo anche alla formazione imprenditoriale di altri 10.000 conduttori delle coltivazioni, in modo da favorire lo sbocco sul mercato dei loro prodotti. Non ultimo, infine, il rafforzamento del monitoraggio sul rispetto dei diritti umani, per chi lavora nelle piantagioni e per le comunità locali. Un’opera che ha interessato in particolare Messico e Filippine e che ora verrà estesa ad altri territori.

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome