Prevenire i punti critici con lo “Hacccp” di Fabio Verona

Una guida pratica (non definitiva né ufficiale) alle misure di prevenzione dei punti critici in tempo di Covid, per dare più sicurezza al barista e al cliente

Fabio Verona

In primo luogo vogliamo rassicurare i nostri lettori: quella “c” in più in Hacccp non è un errore, ma un adeguamento, che cerca di strappare un sorriso, al sistema di autocontrollo igienico-sanitario messo a punto per prevenire le contaminazioni alimentari, che i lettori ben conoscono. Fabio Verona, responsabile qualità e formazione Costadoro e Ast Sca, ha elaborato questo interessante contributo che offre delle linee guida per la realizzazione di un’area sicura nel locale attraverso uno specifico piano Haccp basato sulle disposizioni di legge sino ad ora note. Uno strumento facilmente adattabile a successivi aggiornamenti che invita a riflettere, ma soprattutto ad agire in modo molto pratico.

Cliente riprende V60«Il mondo attuale sta cambiando, è fuori di dubbio. Le necessità e le esigenze delle persone però sono fondamentalmente sempre le stesse: lavorare, cibarsi, svagarsi, riposarsi. A tale scopo diventa fondamentale riuscire a fare in modo che queste condizioni trovino un nuovo equilibrio affinché tutto possa funzionare al meglio. Non sono un super esperto plurilaureato, ma nel mio piccolo ho maturato esperienze importanti sul campo, e in questo momento non vedo altre soluzioni per una serena riapertura se non tramite il contenimento e la creazione di una safety zone nel proprio locale.

La realizzazione di un’area sicura garantisce il cliente e il barista, lasciando a entrambi la tranquillità necessaria per lavorare al meglio e godersi la meritata pausa caffè. Al momento non ci sono ancora delle linee guida ministeriali, e speriamo che quando verranno dettate saranno state pensate con un minimo di lungimiranza e cognizione, perché non solo non si possono realizzare delle circolari univoche per i “pubblici esercizi”, ma le stesse devono tenere conto delle molteplici difficoltà che incontrano i baristi nelle loro diverse tipologie di attività. Nel frattempo non possiamo certo rimanere ad aspettare che ci cada dall’alto l’editto romano, e come diceva Shakespeare nell’Amleto «Se non succederà adesso, verrà pure il momento in cui dovrà succedere. La sola cosa importante è d’esser preparati». A questo proposito potete anche leggere un articolo che ho scritto per Costadoro Caffè, per cui ricopro il ruolo di responsabile della qualità e della formazione, dove ci sono dei suggerimenti pratici e degli stimoli per una serena riapertura. Sono anche convinto che molte delle attuali paure dei miei colleghi non siano su come risolvere la situazione, ma proprio sul fatto di non avere informazioni su quali saranno le condizioni da affrontare, e i catastrofisti sui giornali e sui social, quelli che annunciano soluzioni insostenibili ed improbabili, non fanno che aumentare ed alimentare queste paure.Panni per la pulizia della zona caffetteria

Un supporto concreto per gestire la situazione. Non avendo trovato ancora nulla di concreto per il settore bar, eccomi a cercare di fornire, anche con un po' di ironia, uno strumento da utilizzare come base di studio e di ragionamento, per provare a immaginare scenari e situazioni a mente fredda, che poi ciascuno, se vorrà, potrà personalizzare per creare uno specifico piano HACCCP (Hazard Analysis and Critical Covid Control Points).

Il pericolo Coronavirus deriva fondamentalmente dalla possibile contaminazione del cibo da parte dell’uomo, della confezione o delle superfici comuni tramite contatto con mani sporche, starnuti, tosse, nonché della contaminazione uomo-uomo. Tale pericolo è facilmente gestibile con la corretta applicazione del piano Haccp, ma con delle integrazioni che provo a suggerire, e che tengono ovviamente conto delle disposizioni del  DCPM del 10 Aprile 2020 che potete scaricare integralmente a questo link https://www.interno.gov.it/sites/default/files/circolare_14_aprile_2020_covid-19_dpcm_10_aprile_2020.pdf  e del testo unico in materia di sicurezza sul lavoro, nello specifico al Titolo X, che potete scaricare QUI e sulla sicurezza degli alimenti.

Ma veniamo a noi. Ho applicato i classici parametri che si utilizzano per la redazione di un normale piano HACCP con la formula R = P x G

(R) rischio   

(P) probabilità di accadimento o frequenza

(G) dimensioni possibili del danno o gravità dell’evento

GraficiLa quotazione del rischio di ogni singolo pericolo ci permette di definire una scala di priorità degli interventi e la forza delle misure preventive e di controllo da attuare sulle varie fasi del processo produttivo. A seconda della fase di processo analizzata, confrontandola sull’albero delle decisioni, possiamo definire quali siano da gestire attraverso CCP o quali attraverso misure preventive e normali punti di controllo CP.

Per una valutazione efficace dei rischi, ho suddiviso i parametri probabilità di accadimento e gravità dell’evento in 3 livelli così come indicato nelle tabelle seguenti.  I parametri di Probabilità tengono conto di una valutazione generica basata sulle mie esperienze lavorative, mentre quelli di Gravità vengono riferiti agli effetti sulla salute umana.

 

Albero delle decisioniEcco un esempio dell’albero delle decisioni tradizionale utilizzato per i piani HACCP con l’aggiunta del pericolo microbiologico.

Cos’è un CCP? Un Punto Critico di Controllo o Critical Control Point rappresenta una procedura o una fase del processo lavorativo particolarmente critica in cui è possibile intervenire al fine di eliminare o ridurre ad un livello accettabile un rischio per la salute legato alla sicurezza alimentare.

Per ogni CCP è necessario definire:

  • limiti critici che possono essere monitorati (ad esempio limiti di temperatura per lo stoccaggio di prodotti deperibili)
  • Le azioni preventive e correttive in caso di superamento dei valori limite (ad esempio, il controllo della temperatura della cella frigorifera, in caso di azione preventiva, intervento sull’apparecchiatura per ripristinare il corretto funzionamento, in caso di azione correttiva)
  • Le attività di monitoraggio (ad esempio analisi periodiche per verificare l’accuratezza e l’efficacia del sistema).

Ora, con queste informazioni, andiamo ad aprire la tabella dei rischi allegata e adattiamola alla nostra attività, decidendo in autonomia se i rischi indicati possono essere reali nel nostro locale e verifichiamo se possiamo o vogliamo attuare le misure proposte, sapendo che la mancanza dell’osservazione della Motivazione del Pericolo ci porterà ad aumentare la casella della probabilità, trasformando i nostri punti di controllo in Critici.

Non dobbiamo però limitarci a usarla, ma ad ampliarla e condividerla, aiutando i nostri colleghi, perché una “nuova normalità” farà bene a tutti, aumentando nelle persone la confidenza nei nuovi sistemi. Ancora una cosa prima di aprire e leggere la tabella: l’ho scritta tenendo conto delle disposizioni Ministeriali in vigore fino al 19 di Aprile 2020… è possibile che già oggi siano state approvate delle novità, magari in meglio… in questo caso ELIMINATE LA RIGA.

Di seguito c'è il link per scaricare  un Elenco cp coronavirus al bar

Se avete notato al suo interno vi è un solo punto rosso, che riguarda la movimentazione del denaro. Il denaro contante è certamente il principale e pericoloso veicolo di contaminazione. Le banconote sono porose e assorbenti, passano facilmente e velocemente di mano in mano, non si possono sanificare, e sono quindi un punto sul quale dobbiamo, già da ora, tutti porre una maggiore attenzione. Purtroppo il lavoro al bar si basa sulla velocità, necessaria per poter servire un numero maggiore di clienti, e questo spesso non consente il cambio di un paio di guanti per ogni manipolazione di denaro, senza contare poi il costo!

Anche pagare un cassiere, specie con le previsioni di un calo dell’utenza, sarebbe economicamente ingestibile… Potremmo pensare ad una cassa con i guanti integrati tipo le aree di manipolazione dei virus in laboratorio… o per chi vuole complicarsi un po’ la vita… guanti per panettieri a tre dita.

Ideali sistemi di pagamento contactlessL’ideale è il pagamento contactless e on line, tipo satispay, oppure l’adeguamento alle nuove casse a ordinazione anticipata e pagamento automatico: alcuni modelli accettano anche al contante e sono complete di rendi resto automatico; oltre a godere degli sgravi fiscali potrebbero agevolare nella gestione dell’attività, con risparmio di tempo e maggiore gestione delle ordinazioni, del magazzino, ecc. Ma certo, anche queste costano, e non poco, ma sono ammortizzabili nel tempo e molte aziende le noleggiano… c’è da farci un pensiero per tempo!

Ora vi lascio alle vostre riflessioni, con un pensiero che ho ereditato da una conferenza del prof. Barbieri organizzata da IEI, alla quale ho assistito qualche giorno: L’attuale situazione è di una inaudita gravità, ma resto persuaso che un riscatto sia possibile!

Se avete commenti scrivete, sarà per me un piacere rispondervi».

 

 

1 commento

Lascia un commento

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome