La riapertura dei locali è stata in molti casi accompagnata da un incremento del costo della tazzina. Si tratta di un passo da tempo auspicato a causa dei margini minimi (stimati in 10-15 centesimi a tazza) a fronte di un prezzo medio nazionale di 1 euro (dato Fipe-dicembre 2019). A questa che ormai è una vera emergenza, si sono uniti i costi legati alle nuove dotazioni (disinfettanti, barriere, materiale da asporto) che la riapertura ha imposto; da qui un aumento che ha toccato punte massime di 2 euro a Milano, 1,70 a Firenze, 1,50 a Roma e 1,20 a Genova: rincari che numerosi consumatori considerano ingiustificati e hanno denunciato al Codacons, il cui presidente, Carlo Rienzi, ha dichiarato: «È un vero e proprio scandalo che commercianti ed esercenti scarichino i mancati guadagni e i maggiori costi legati al coronavirus sui consumatori finali».
Insomma; il cliente vuole bere un espresso, ovvero il risultato finale di una lunghissima filiera i cui costi sono fermi ormai da anni, o una tazzina di “caffeina calda”?
Gli operatori hanno risposto con toni anche molto duri, purtroppo in ordine sparso. Iei-Istituto Espresso Italiano attraverso il suo presidente Luigi Morello, afferma «Rienzi, prima di dire se il caffè è troppo caro dovrebbe informarsi sull'origine del prodotto e sulle le condizioni di servizio, visto che in Italia il caffè al banco è storicamente tra i più economici in Europa e il margine sulla tazzina in questi anni si è notevolmente ridotto: parlare di rincari in modo generico è pura demagogia». Il problema è che con un prezzo che non garantisce margini adeguati viene bloccato lo sviluppo dell’intero settore, a cominciare dal barista che non ha risorse da investire per innovare la propria attività, per formare se stesso e i collaboratori, per fornire un servizio migliore al cliente. Ma di nuovo ne risente l’intera filiera; non bisogna dimenticare che in molti paesi produttori i coltivatori vivono in condizioni di assoluta povertà.
Tra l’altro la posizione del Codacons, seppure supportata da alcune segnalazioni, non trova conferma su base generale: proprio un sondaggio condotto dall'agenzia internazionale YouGov per conto dell'Istituto Espresso Italiano a inizio maggio ha evidenziato la volontà degli italiani di premiare con un prezzo maggiore i baristi che investiranno in qualità migliore e applicheranno con zelo le norme di sicurezza.
Il prezzo di una tazzina di Espresso in Europa. Il prezzo di un espresso in Italia è tra i più bassi in Europa. In Nord Europa si va da 2,36 a 3,00 euro, in Austria e in Germania tra 1,75 e 1,90, in Francia 1,60, in Spagna 1,39, in Russia e in Polonia 1,50 e in Grecia e in Romania 1,30.
..tra l’altro , ci si dimentica che un tempo il prezzo del caffè al banco andava di pari passo con i quotidiani nazionali. Erano tempi in cui c’erano più margini e il titolare poteva investire maggiormente nell’azienda. Ora chi gestisce un bar spesso non riesce a portare a casa uno stipendio base, anzi in alcuni mesi deve metterci dei soldi se ha dei dipendenti.