“Se vuoi vedere le valli sali in vetta a una montagna; se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola; se invece vuoi comprendere la nuvola, devi chiudere gli occhi e pensare”. Queste parola di Kahlil Gibran riportate durante la cerimonia di apertura della Nuvola Lavazza dal vice presidente Giuseppe Lavazza, ne riassumono la complessità, che si trova anche nel suo logo disegnato dall’agenzia Armando Testa, che unisce il profilo di una nuvola, l’aroma del caffè e finestre aperte sul mondo.
Pierfrancesco Favino ha presentato la cerimonia del taglio, portando sul palco i protagonisti di quello che non vuol essere solo un quartier generale efficiente e innovativo, ma un portale che mette in relazione l’Azienda, la Città e il tessuto urbano del quartiere Aurora che lo ospita. Dove una volta sorgeva una centrale elettrica e c’erano strutture industriali sono stati riportati la luce e il verde, la trasparenza e la sostenibilità, la vita del quartiere. Gli edifici sono stati recuperati e trasformati, dall’architetto Cino Zucchi, diventando un luogo di lavoro efficiente e tecnologico, ma soprattutto un edificio vivo, animato dalle persone che ci lavorano e da quelle che passeranno vivendo la Centrale, un luogo aperto agli incontri e alle idee, i due spazi innovativi di ristorazione e il Museo Lavazza.
«La Nuvola è la nostra memoria e il nostro futuro - ha affermato Alberto Lavazza, presidente -: nasce nel quartiere che ha visto il nostro sviluppo industriale; da qui vogliamo dialogare con il mondo, proiettati nel domani». Un’azienda con 300 collaboratori nel 1962 e una produzione di 12mila tonnellate di caffè l’anno, è oggi tra le maggiori al mondo con 3000 persone e 190mila tonnellate: sono stati anni di cambiamento e al contempo di continuità: il core business è rimasto il caffè, la famiglia è unita e motore della vita aziendale; il legame con la città di Torino è più che mai forte. La sindaca Chiara Appendino ha sottolineato la capacità di Lavazza di sapere cogliere tre sfide: essere “glocal”, avere saputo innovarsi e aver ridato un luogo simbolico alla città. Marco Lavazza ha sottolineato l’approccio sostenibile del complesso che ha ricevuto la certificazione Leed Platinum, simbolo di sostenibilità a 360 gradi.
Quindi è stato presentato il Golden Team, a cominciare da Ferran Adrià la cui visione si unisce al talento di Federico Zanasi nel ristorante gourmet Condividere, che vuol essere un luogo in cui le persone possano conoscere una nuova dimensione dell’esperienza del cibo. In esso si trova il racconto per immagini del premio Oscar Dante Ferretti. Carlo Petrini ha ispirato con la filosofia Slow Food la nuova “mensa” Bistrot che si propone quale spazio aperto di ristorazione collettiva aperto sia ai dipendenti sia al pubblico.
Progettato da Ralph Appelbaum Associates, il Museo Lavazza racchiude la memoria aziendale di oltre 120 anni di storia in più di 8500 documenti, storie e immagini: un luogo da visitare e vivere, che sa trasmettere cultura ed emozioni.
Grandangolo
La Nuvola Lavazza è un quadrilatero con molte anime. E uffici all’avanguardia, ristorante d’autore, museo, piazza aperta con i resti di un’antica basilica paleocristiana scoperta durante i lavori; è spazio eventi per ospitare dibattiti, congressi e appuntamenti culturali, bistrot e sede Iaad, l’Istituto di arte applicata e design con oltre 700 giovani creativi. L’investimento complessivo è stato di 120 milioni di euro; il ciclo di apertura si concluderà l’8 giugno.