Si colgono luci ed ombre nell’andamento del mercato dell’ultimo triennio presentato dall’edizione 2023 del report Caffè nel canale horeca di Competitive Data. Globalmente, nel 2022 c’è stato un cambio di passo verso un’ulteriore concentrazione del mercato (una tendenza in atto da qualche anno): i primi quattro player detenevano il 28,1% del mercato a valore nel 2021, passato al 28,6% nel 2022; ancora più evidente è il cambio di passo a volume, con una quota aggregata delle prime quattro torrefazioni che passa dal 28,0% del 2021 al 29,2% del 2022.
«Si conferma quanto osserviamo da 3-4 anni: le torrefazioni più grosse, con maggiore potere contrattuale, che hanno saputo rinnovarsi nel corso del tempo e offrire nuovi servizi e tecnologie risultano avvantaggiate - afferma Giandomenico De Franco, amministratore unico di Competitive Data -. Si rileva inoltre una certa vivacità sul fronte delle acquisizioni sia da parte di torrefazioni italiane, sia estere; queste ultime stanno analizzando a fondo il mercato per compiere le proprie mosse». A spingere più realtà a unire le forze per aumentare le dimensioni, oppure a cercare partner finanziari che possano aiutarle anche per lo sviluppo sui mercati esteri, è la necessità di implementare e gestire modelli di business più complessi al fine di mantenere competitività in un mercato segnato dall’aumento dei costi, nonché dalla riduzione delle vendite in un segmento da sempre trainante qual è quello della prima colazione al bar.
Da parte loro, le aziende che oggi si mostrano più solide hanno saputo segmentare l’offerta per rispondere al meglio alle nuove richieste del mercato, puntando anche sulla sostenibilità, al fine di intercettare una sensibilità e una domanda crescente. Sul fronte tecnologico, chi già aveva puntato sulla digitalizzazione nel rapporto tra la forza vendita e l’esercente oggi gode di un importante vantaggio in termini di riduzione dei costi e di relazione con i clienti; questi ultimi sono sempre più scelti con un’attenta analisi del loro potenziale di vendita, premiando quelli che risultano non compromessi sul fronte economico-finanziario, in grado di avere un potenziale di crescita sostenibile nel futuro ed anche ubicati in aree con un potenziale di vendita soddisfacente.
Globalmente, le vendite di caffè nell’horeca ha fatto registrare nel 2022 una crescita a valore del +14,3%, attestandosi a 672 milioni di euro: un buon recupero, ma il gap da colmare rispetto al 2019 (-22,4%) è ancora consistente.
«I nostri studi comprendono anche un approfondimento sui bar e le loro capacità di reggere agli shock che si susseguono da un triennio - riprende De Franco -. La nostra analisi comprende 7 indicatori finanziari e patrimoniali, che colloca i locali all’interno di una scala di valori che va da -5 (estrema fragilità) a +5 (grande solidità). Lo scorso anno registrammo qualche -4 (situazioni gravi), mentre il massimo della positività si attestava a +2: la situazione risultava compromessa soprattutto a causa del covid. Il pre-consuntivo del 2023 mostra una forbice che si è ridotta nella parte negativa (-3) ed è cresciuta in quella positiva (+3) che, tra le due risulta prevalente. Mostrano una certa sofferenza i locali nelle regioni del Sud, mentre la situazione migliora spostandosi verso il Nord».
Le torrefazioni considerate nel report detengono una quota di mercato aggregata dell’82,7% a valore, del 75,3% a volume, e sviluppano un fatturato aggregato totale (tutti i canali, tutti i prodotti) di 4.104,3 milioni di euro.